Jannik canta, ma ascolta Albertone.

20.06.2025 06:06
Jannik canta, ma ascolta Albertone.

Jannik Sinner: Un Fenomeno Del Tennis Moderno

Come moltissimi italiani, anch’io sono un appassionato di Sinner. Oggi più che mai, riconosco il suo contributo nel riportare l’amore per il tennis a un pubblico che per anni lo considerava un’attività di nicchia. Le emozioni vissute durante la finale parigina, in particolare per l’epilogo controverso contro lo spagnolo Alcaraz, mi hanno fatto vivere momenti di intenso stress. Tuttavia, sono convinto che il giovane talento abbia tutte le carte in regola per entrare di diritto nel Pantheon degli eroi sportivi italiani, accanto a leggende come Fausto Coppi, Gigi Riva, Pietro Mennea e Sara Simeoni, riporta Attuale.

In attesa di vederlo brillare sull’erba di Wimbledon, ho intenzione di ascoltare con interesse ‘Polvere e gloria’, la nuova canzone di Andrea Bocelli, nella quale Jannik partecipa come voce narrante. Non essendo un esperto in materia musicale, ma avendo avuto esperienze con artisti come Bruce Springsteen, non posso fare a meno di anticipare che si tratterà di un capolavoro destinato a raggiungere le vette delle classifiche musicali.

A margine del mio apprezzamento per questa collaborazione tra due icone italiane, vorrei suggerire un consiglio non richiesto. Sinner è senza dubbio un eroe dell’epoca contemporanea, ed è allettante notare come numerosi marchi e aziende siano disposti a competere per associarsi con lui. Infatti, sono innumerevoli le campagne pubblicitarie in cui il campione promuove prodotti come caffè o servizi di telefonia mobile. Nulla di sbagliato in tutto ciò; questa è la bellezza della modernità. Tuttavia, è interessante riflettere su una lezione di umiltà insegnata da Alberto Sordi, che, avendo la sua fama nel grande cinema italiano, partecipò a una sola pubblicità di Rai, nota come Carosello, seguita mediamente da trenta milioni di telespettatori. Quando gli chiesero il perché di tale scelta, Albertone rispose saggiamente: “Mai esagerare nella vita, se non nelle vittorie”. Un principio che, forse, vale la pena tenere a mente anche oggi.

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