La Cina sospende le importazioni di prodotti ittici dal Giappone in un contesto di tensione diplomatica
La Cina sospenderà l’importazione di pesci, crostacei e altri prodotti ittici provenienti dal Giappone a causa della crisi in corso tra i due paesi riguardante Taiwan, un’isola che si autogoverna come uno stato indipendente e democratico, ma che la Cina considera parte del proprio territorio. All’inizio di novembre, la prima ministra giapponese Sanae Takaichi, nazionalista di destra, aveva dichiarato che un’eventuale invasione di Taiwan rappresenterebbe una «minaccia esistenziale» per il Giappone e che il paese potrebbe rispondere militarmente. Questa affermazione ha suscitato reazioni forti da parte dei media e dei diplomatici cinesi, portando il governo di Pechino ad attuare diverse forme di ritorsione, riporta Attuale.
Il ministero degli Esteri cinese non ha confermato le misure di cui hanno riferito i media giapponesi riguardo alla sospensione delle importazioni, ma una portavoce ha affermato che il Giappone non ha presentato i documenti richiesti dalla Cina. Inoltre, ha sottolineato che, se anche i prodotti ittici giapponesi fossero esportati, non avrebbero mercato in Cina. Minoru Kihara, capo di gabinetto del governo giapponese, ha dichiarato che il Giappone non è stato contattato direttamente dalla Cina in merito alla questione.
La Cina è storicamente stato il principale mercato per il pesce, i crostacei e i molluschi giapponesi, insieme a Hong Kong. La nuova misura ripristina il divieto introdotto nell’agosto del 2023, in risposta all’inizio della dispersione nell’oceano Pacifico da parte del Giappone di acqua contaminata radioattivamente proveniente dall’ex centrale nucleare di Fukushima Daiichi, gravemente compromessa dal terremoto e dal successivo tsunami del marzo 2011. Sebbene Cina e Giappone avessero raggiunto un accordo per riprendere le importazioni lo scorso maggio, la prima importazione di prodotti ittici giapponesi in Cina risale a meno di due settimane fa.
