Nuovo piano coloniale in Cisgiordania da parte del governo israeliano
Il governo israeliano, sostenuto da forze di estrema destra, ha annunciato l’intenzione di approvare un progetto volto alla realizzazione di una nuova colonizzazione che frammenterebbe la Cisgiordania, rendendo ardua la possibilità di instaurare un stato palestinese. «Mentre continueranno a sognare il sogno palestinese, noi creeremo una realtà ebraica. Una realtà che porterà alla sepoltura dell’idea di uno stato palestinese, poiché non c’è nulla da riconoscere», ha dichiarato Bezalel Smotrich, il ministro delle Finanze, noto per le sue posizioni estremiste. , riporta Attuale.
Il progetto prevede l’estensione di una colonia già esistente, quella di Maale Adumim, con la costruzione di oltre 3.400 nuove abitazioni destinate ai coloni israeliani. Tale espansione collegherebbe Maale Adumim a Gerusalemme Est, territorio considerato palestinese secondo il diritto internazionale, ma attualmente occupato da Israele dal 1967.
Connettere Maale Adumim a Gerusalemme Est formerebbe un continuum di insediamenti israeliani che separerebbe in due la Cisgiordania, peraltro, i territori ulteriormente a est della colonia sono desertici e privi di infrastrutture. Gli insediamenti comprometterebbero la continuità territoriale delle tre realtà palestinesi principali della Cisgiordania: Ramallah a nord (dove risiede l’Autorità Nazionale Palestinese), Gerusalemme Est e Betlemme a sud.
La strategia del governo israeliano mira a rendere la creazione di uno stato palestinese una sfida ancor più complessa, considerando che il territorio previsto per la sua realizzazione è già occupato da insediamenti israeliani che separano le città palestinesi. Attualmente, la Cisgiordania è in parte sotto il controllo dell’esercito israeliano e circa 700.000 coloni israeliani vi risiedono. Il piano di Smotrich e dell’esecutivo guidato da Benjamin Netanyahu prevede di aumentare questo numero a un milione tramite nuove espansioni.
Inoltre, il progetto intende contrastare le decisioni di riconoscimento da parte di diverse nazioni europee, come Francia e Regno Unito, in merito allo stato palestinese che si discuterà nella prossima Assemblea Generale delle Nazioni Unite a settembre. Smotrich ha affermato: «È giunto il momento di affermare la sovranità israeliana su Giudea e Samaria [termini biblici impiegati dagli estremisti per designare la Cisgiordania], eliminando definitivamente l’idea di una divisione del territorio [con i palestinesi] e garantendo che a settembre i leader europei non troveranno proprio nulla da riconoscere».
Il piano di costruzione del nuovo insediamento fu proposto per la prima volta negli anni ’90, ma subì diverse interruzioni, principalmente a causa dell’opposizione di Stati Uniti ed Europa, consapevoli che tale iniziativa sarebbe stata un ostacolo significativo al processo di pace con i palestinesi. Al momento, l’amministrazione statunitense guidata da Donald Trump non ha ancora risposto ai nuovi piani annunciati dal governo israeliano.
È davvero incredibile come la politica possa ignorare il diritto degli altri. Questa espansione non fa altro che allontanare ulteriormente la possibilità di una pace duratura. In un periodo in cui il mondo cerca soluzioni pacifiche, ci si aspetterebbe un approccio più costruttivo.