Procedura d’infrazione dell’UE contro l’Italia per l’uso del golden power su UniCredit
La Commissione Europea ha avviato una procedura d’infrazione contro l’Italia per il modo in cui il governo ha ostacolato, tramite il ricorso al cosiddetto golden power, l’acquisto di Banco BPM da parte di UniCredit. UniCredit aveva poi rinunciato all’operazione a luglio. Il golden power è lo strumento giuridico con cui, in casi eccezionali, la presidenza del Consiglio può condizionare o vietare un’operazione di mercato tra società private. Tramite esso, il governo impose a UniCredit delle condizioni che, secondo la banca, rendevano impossibile completare le trattative entro i tempi previsti, spingendola così a rinunciare all’operazione, riporta Attuale.
Nel comunicato che annuncia la procedura d’infrazione, la Commissione Europea riconosce l’importanza strategica del golden power per difendere gli interessi nazionali, ma afferma che l’utilizzo fatto dal governo italiano rappresenta un intervento ingiustificato su questioni economiche. Questo limita i principi della libera circolazione dei capitali all’interno del mercato unico europeo e viola alcune competenze che spettano esclusivamente alla Banca centrale europea. La Commissione ha dato due mesi all’Italia per adeguare la legge che definisce il golden power, e il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha dichiarato che il governo è pronto ad adeguarsi alle richieste europee.
UniCredit aveva fatto ricorso al tribunale amministrativo regionale del Lazio contro le condizioni imposte dal governo. Il TAR, a luglio, aveva accolto parzialmente la richiesta. A novembre, la banca aveva comunque fatto ricorso al Consiglio di Stato, il massimo grado della giustizia amministrativa. Tra i vincoli rimasti a UniCredit, vi erano l’obbligo di interrompere la sua presenza in Russia entro nove mesi e di non ridurre il numero degli sportelli bancari.