La Corte Suprema israeliana annulla la mozione di sfiducia contro la procuratrice generale Gali Baharav-Miara
La Corte Suprema israeliana ha stabilito che la mozione di sfiducia approvata a marzo dal governo per rimuovere dall’incarico la procuratrice generale Gali Baharav-Miara è da considerarsi nulla, riporta Attuale. Secondo i sette giudici della Corte, che hanno votato all’unanimità, il governo non ha rispettato la procedura prevista dalla legge, saltando alcuni passaggi e compiendo diversi errori di metodo. Di conseguenza, Baharav-Miara può continuare a ricoprire il suo ruolo regolarmente.
In Israele, la procuratrice generale è la funzionaria di più alto livello della magistratura, occupando una posizione molto rilevante. Il tentativo di rimuovere Baharav-Miara da parte del governo ha suscitato un acceso dibattito, poiché non era mai accaduto prima nella storia del paese. Baharav-Miara era stata nominata dal precedente governo ma si è trovata in conflitto con quello attuale del primo ministro Benjamin Netanyahu, che ha tentato più volte di allontanare funzionari in disaccordo con le sue idee. Questo è particolarmente significativo, dato il noto conflitto di Netanyahu con la magistratura per ragioni personali.
La Corte Suprema aveva emesso anche una sentenza simile riguardo alla rimozione di Ronen Bar, l’ex direttore dello Shin Bet, i servizi segreti interni. La Corte aveva giudicato illegale il suo allontanamento, sebbene Bar sia stato comunque sostituito da David Zini. Questo caso sottolinea ulteriormente le tensioni esistenti tra le istituzioni governative e la magistratura in Israele, evidenziando un clima di incertezze e conflitti che caratterizza l’attuale panorama politico del paese.