Crisi Giappone-Cina: Takaichi e il potenziale intervento militare su Taiwan
La nuova prima ministra del Giappone, Sanae Takaichi, si trova di fronte a una grave crisi con la Cina, la peggiore degli ultimi anni, a sole due settimane dalla sua nomina. Durante una dichiarazione in parlamento, Takaichi ha affermato che un’invasione cinese di Taiwan potrebbe essere considerata dal Giappone una “minaccia esistenziale”, giustificando così una risposta militare, riporta Attuale.
La questione di Taiwan è un tema di estrema sensibilità per la Cina. Taiwan, con una popolazione di 23 milioni e un governo democratico, è rivendicata da Pechino, che ha avanzato la possibilità di conquistare l’isola con la forza. La reazione cinese alle parole di Takaichi è stata rapida e sproporzionata.
Il ministero degli Esteri cinese ha risposto affermando: “La Cina sarà infine riunificata”, con un portavoce che ha aggiunto che il governo cinese agirà con decisione contro qualsiasi tentativo di interferire con le sue ambizioni di riunificazione. Parallelamente, il console generale cinese a Osaka, Xue Jian, ha provocatoriamente affermato sui social media che “la testa schifosa che si è esposta di sua iniziativa dovrà essere decapitata senza esitazione”, prima che il governo giapponese convocasse l’ambasciatore cinese e il console rimuovesse il post.
Hu Xijin, una figura mediatica di spicco in Cina, ha definito Takaichi una “strega malvagia” responsabile dell’odio crescente tra le opinioni pubbliche cinese e giapponese. La televisione di stato cinese, CCTV, ha avvertito che i leader giapponesi che interferiscono nella questione di Taiwan si stanno “scavando la fossa da soli”.
Queste azioni violente rientrano nell’ambito della “diplomazia del guerriero lupo”, dove i diplomatici cinesi rispondono con toni esagerati ai provocatori comunicati esterni. Questo approccio, in voga negli ultimi tempi, è stato ripreso con vigore dall’arrivo del presidente Xi Jinping.
Le ripercussioni pratiche di questa tensione non si sono fatte attendere. Il governo cinese ha emesso un avviso ai cittadini, sconsigliando i viaggi in Giappone a causa di “rischi significativi” per la loro sicurezza, senza specificare in cosa consistano, dato che in Giappone non si sono registrate minacce contro i cittadini cinesi. Tuttavia, il messaggio mira chiaramente a colpire l’industria del turismo giapponese.
In un ulteriore atto provocatorio, la Cina ha inviato nave della propria guardia costiera vicino alle isole Senkaku, controllate dal Giappone ma rivendicate dalla Cina come Diaoyu, in risposta alle crescenti tensioni.
Takaichi ha dichiarato di non avere intenzione di ritirare le proprie affermazioni su Taiwan, pur lasciando intendere di non ripeterle in futuro. La sua promessa di un intervento militare per difendere Taiwan rappresenta una dichiarazione audace nel contesto delle relazioni tra Giappone e Cina, con Takaichi che diventa la prima leader giapponese a prendere esplicitamente una posizione del genere. In passato, il governo giapponese ha sempre mantenuto una posizione ambigua sulle possibili risposte a una crisi a Taiwan, seguendo la prudenza del precedentemente influente ex primo ministro Shinzo Abe, di cui Takaichi è una discepola.
Negli ultimi anni, la destra giapponese ha dimostrato un crescente interesse verso la questione di Taiwan, specialmente considerando la sua prossimità al Giappone, a poco più di 100 chilometri, e il suo controllo su vitali rotte commerciali. Questa consapevolezza ha spinto vari conservatori giapponesi a dichiarare che “una crisi di Taiwan è una crisi del Giappone”.