La Flotilla prosegue verso Gaza, Crosetto: «Spero in arresti senza ulteriori conseguenze»

30.09.2025 00:05
La Flotilla prosegue verso Gaza, Crosetto: «Spero in arresti senza ulteriori conseguenze»

Flotilla Globale si avvicina alla zona a rischio nel Mediterraneo

La Global Sumud Flotilla potrebbe avanzare mercoledì verso una «zona a rischio» situata a circa centomila miglia dalla Striscia di Gaza, in acque internazionali, nonostante i timori legati al blocco navale israeliano, riporta Attuale.

Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha cercato di rassicurare il pubblico, affermando di aver chiesto al suo omologo israeliano di garantire la sicurezza degli italiani coinvolti. Tuttavia, ha avvertito che qualsiasi tentativo di forzare il blocco navale comporta rischi significativi: «Mi auguro che il rischio non sia la vita».

Il Ministro della Difesa, Guido Crosetto, ha dichiarato che si aspetta l’arresto degli attivisti, considerandolo il «minimo». Queste affermazioni giungono in un contesto di crescente tensione, poiché i partecipanti della Flotilla esprimono timori per la loro sicurezza. Carlo Alberto Biasoli, un attivista di 39 anni, ha confessato di essere spaventato dall’attacco con droni del 23 settembre, evidenziando la sua mancanza di esperienza militare.

Nonostante la paura, i membri della Flotilla si preparano ad affrontare la missione, con esercitazioni che simulano possibili scenari di crisi. Irene Soldati, 40 anni, fa parte della barca Aurora e sottolinea l’intenzione di creare un corridoio umanitario permanente via mare, pur non avendo alcuna arma. «Tutto quello che ho è il mio corpo», afferma.

Quando entreranno nella zona a rischio, le imbarcazioni riceveranno un’«allerta della Marina Militare italiana». Tuttavia, la maggior parte di esse ha annunciato l’intenzione di proseguire. Solo la nave Karma ha comunicato di fermarsi, portando a bordo anche due parlamentari del Partito Democratico.

Gli attivisti, con determinazione, si preparano a non cedere alle intimidazioni. I loro discorsi riflettono un forte impegno per rimanere al centro dell’attenzione e non farsi fermare. «Non voglio essere un martire, ma sono convinto che il blocco navale deve essere rotto», conclude Biasoli, sottolineando la necessità di portare aiuti nelle acque territoriali palestinesi.

Questa missione è motivata dal desiderio di opporsi al silenzio dei governi sui crimini di guerra e rivendicare il diritto alla vita per i palestinesi. Come ha detto Hakan Kaya, un commerciante turco-tedesco imbarcatosi per esprimere la sua solidarietà, «non possiamo concentrarci solo sugli ostaggi, ma dobbiamo parlare delle perdite di vite umane a Gaza».

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