Il premier Mute Egede su Facebook: ”Non vogliamo essere né americani, né danesi. Siamo groenlandesi”
”Non vogliamo essere né americani, né danesi. Siamo groenlandesi”. Lo ha scritto in un post su Facebook il primo ministro della Groenlandia Mute Egede dopo che il presidente americano Donald Trump ha ribadito ieri i suoi interessi di controllare il territorio “in un modo o nell’altro”. ”Gli americani e il loro leader lo dovrebbero capire”, si legge nel post. “Non siamo in vendita e non possiamo essere presi e basta”, ha sottolineato Egede.

Cosa ha detto il presidente degli Stati Uniti
Nel discorso pronunciato martedì sera al Congresso Donald Trump ha ribadito l’intenzione di impossessarsi del canale di Panama e della Groenlandia. “Penso che ce la faremo in un modo o nell’altro. Ce la faremo”, ha detto il presidente Usa lasciando aperta la possibilità di usare la forza militare o la coercizione economica. Parole che stridono con la dichiarata volontà di rispettare comunque la scelta dei groenlandesi: “Sosteniamo fermamente il vostro diritto di determinare il vostro futuro. E se lo scegliete, vi diamo il benvenuto negli Stati Uniti d’America”.
Perché Trump vuole l’isola più grande del mondo
La Groenlandia, l’isola più grande del mondo, ha una popolazione di circa 60miila persone e formalmente appartiene anche al Regno di Danimarca godendo però di una forma di autogoverno che garantisce ai groenlandesi ampia autonomia in ambito legislativo, giudiziario e nella gestione delle risorse naturali.
È abitata in prevalenza da cittadini di origine inuit che hanno una lingua propria e che, per secoli, hanno basato la propria economia solo sulla pesca. Dal punto di vista economico, questo territorio, che sta cercando di emanciparsi dal governo danese, dipende da una sovvenzione di Copenaghen, che rappresenta un quinto del suo Pil, e dalla pesca.
La posizione strategica dell’isola e la ricchezza di risorse e giacimenti naturali rendono la Groenlandia un territorio piuttosto appetibile, sia dal punto di vista geopolitico che economico. Si ritiene che le materie prime ammontino a 1,5 milioni di tonnellate. Il sottosuolo dell’isola, soprattutto nell’area meridionale, nasconde infatti un’incredibile varietà di risorse minerarie tra cui oro, zinco, piombo, rame, nichel e cobalto, ma soprattutto terre rare e uranio. Ma l’obiettivo di Trump è anche spegnere sul nascere le velleità di Russia e Cina.