La «narco-ipocrisia» di Trump
Il presidente americano Donald Trump ha concesso la grazia all’ex presidente honduregno Juan Orlando Hernández, condannato a 45 anni di carcere per traffico di droga, in un gesto che solleva interrogativi sulla coerenza della politica americana nella lotta contro il narcotraffico in America Latina e oltre, riporta Attuale.
Hernández, al potere dal 2014 al 2022, è stato riconosciuto colpevole nel marzo 2024 da un tribunale di New York per aver facilitato l’ingresso negli Stati Uniti di circa 400 tonnellate di cocaina, ricevendo oltre un milione di dollari dal cartello di Sinaloa per la sua campagna elettorale. Con questa grazia, Trump sembra ignorare i fatti, dichiarando: «Nel suo Paese si spacciava droga e, poiché era presidente, lo perseguitavano. È stata una terribile caccia alle streghe da parte di Biden».
Tuttavia, il paradosso di questa decisione emerge nel contesto degli attacchi che le forze armate americane stanno conducendo nel mar dei Caraibi, dove oltre ottanta persone hanno perso la vita in azioni contro presunti narcotrafficanti. Trump ha anche annunciato che «molto presto» seguiranno attacchi a terra.
Analisti sostengono che il narcotraffico è utilizzato dall’amministrazione statunitense come pretesto per perseguire obiettivi politici più ampi. La strategia di Trump appare mirata a promuovere un cambio di regime in Venezuela piuttosto che combattere le rotte del narcotraffico nei paesi più colpiti, come Colombia, Ecuador e Messico. «Dietro l’escalation, c’è la cruda Realpolitik alla Trump», scrive il The Times of India, sottolineando come il Venezuela sia diventato un punto cruciale per ogni battaglia politica e strategica che Trump intende combattere nel suo secondo mandato.
Ritornando all’Honduras, è importante notare che Hernández affronta ancora accuse di corruzione e riciclaggio nel suo Paese. La grazia di Trump ha richiamato l’attenzione sull’influenza americana in America Latina, ora più attiva che mai, con sforzi evidenti per influenzare il voto in Honduras. Le recenti elezioni presidenziali hanno visto un conflitto di potere, con pressioni esplicite da parte di Trump affinché il suo candidato, Nasry «Tito» Asfura, avesse successo, per evitare che gli Stati Uniti «non sprecassero i loro soldi» in Honduras.
Questa strategia di Trump, finalizzata a rafforzare alleanze latinoamericane di destra, trova una risposta mista tra gli elettori honduregni, molti dei quali lottano quotidianamente contro la violenza delle gang e il narcotraffico. Mentre si attende l’esito delle elezioni, l’ombra di Trump rimane una costante nelle dinamiche politiche della regione.
Non ci si può credere! Negli Stati Uniti la lotta al narcotraffico sembra solo una copertura per giochi di potere. È sconfortante vedere come un ex-presidente condannato venga graziato mentre molti innocenti pagano il prezzo. Davvero triste per Honduras e per la politica internazionale…