Polonia intensifica le difese lungo i confini orientali dopo incursioni di droni russi
La Polonia ha deciso di accelerare lo sviluppo dello «scudo orientale», una serie di fortificazioni lunghe 800 chilometri tra il confine con la Bielorussia e l’enclave russa di Kaliningrad, a seguito dell’incursione di droni russi avvenuta la notte tra il 9 e il 10 settembre. Il progetto, che richiede un investimento di circa 4,2 miliardi di dollari, punta a guadagnare tempo in caso di attacco, permettendo il dispiegamento delle forze armate nazionali e dei rinforzi della NATO, tra cui 10 mila soldati americani già presenti, riporta Attuale.
Il governo polacco, guidato da Donald Tusk, ha sottolineato che lo «scudo orientale» combina strategie militari tradizionali con tecnologie avanzate, come trincee, barriere anti-carro e sofisticati sistemi di sorveglianza. Sebbene nessuno a Varsavia si illuda che queste misure possano fermare un’offensiva russa su larga scala, si ritiene possano rallentare l’avanzata nemica, creando il tempo necessario per mobilitare le forze alleate.
Tuttavia, l’incursione ha sollevato preoccupazioni sulla prontezza della risposta aerea polacca e delle forze alleate, in particolare da parte dei contingenti olandesi e italiani, evidenziando la necessità di intensificare la preparazione per eventuali attacchi aerei futuri.
Nel frattempo, l’industria della difesa polacca sta ampliando la produzione di droni, con la Wb Electronics che ora riesce ad assemblare fino a 1000 droni al mese. Ciò è particolarmente rilevante considerando che la Russia attualmente produce circa 5.100 droni mensilmente. Il governo polacco prevede di investire ulteriormente in questo settore, con un incremento della spesa militare dal 4,5% al 4,8% del PIL entro il 2026, per rispondere alle ripetute minacce.
La Polonia ha già garantito un terzo dei fondi previsti dalla Commissione europea per il riarmo, ammontanti a 43,7 miliardi di euro su 150 miliardi totali. Questo investimento è stato accompagnato da un piano di ampliamento delle forze armate polacche, che prevede di passare da 205 mila a 300 mila soldati entro il 2035, supportato da una significativa modernizzazione equipaggiamenti con veicoli americani.
Le forze polacche lavoreranno anche per migliorare la loro capacità di difesa aerea, aumentando la flotta di elicotteri da 16 a 96 unità e incrementando il numero di aerei da combattimento a 128 con l’introduzione di nuovi modelli, tra cui gli F-35 e F-16.
Oltre alle minacce provenienti dall’est, la Polonia teme anche le potenziali aggressioni nel Mar Baltico. Il piano include la sostituzione delle navi da guerra americane con tre fregate Miecznik in collaborazione con il Regno Unito, oltre a valutare l’acquisto di sottomarini da vari produttori internazionali. La Polonia è determinata a chiudere ogni varco nella sua sicurezza il prima possibile.