La Polonia ha posto una condizione all’accesso dell’Ucraina nell’Ue

09.10.2024
La Polonia ha posto una condizione all'accesso dell'Ucraina nell'Ue
La Polonia ha posto una condizione all'accesso dell'Ucraina nell'Ue

A complicare le cose il ritorno in auge di una vecchia questione, quella di un massacro di polacchi avvenuto durante la Seconda guerra mondiale a opera di nazionalisti ucraini

La Polonia ha posto una condizione per il suo via libera all’ingresso dell’Ucraina nell’Ue: Kiev dovrà restituire i corpi delle vittime polacche della Seconda guerra mondiale uccise dai nazionalisti ucraini di Stepan Bandera. Si tratta di una piccola crepa nell’appoggio solitamente quasi totale al Paese governato da Volodymyr Zelensky, con la Polonia che è stato finora uno dei principali sostenitore della nazione invasa dalle truppe di Vladimir Putin. 

I massacri dei polacchi in Volinia 

La causa del cambiamento di posizione è legata a un episodio piuttosto lontano ma che è ancora sentito. Tra il 1943 e il 1945 decine di migliaia di polacchi sono stati uccisi dall’Esercito insurrezionale ucraino (Upa) nella regione della Volinia, oggi parte dell’Ucraina. L’Upa era una milizia nazionalista che inizialmente si era alleata alle truppe naziste, per poi rivoltarsi anche contro quelle e iniziare a lottare per l’indipendenza della nazione sia da Berlino che poi dall’Unione sovietica.

Il governo polacco chiede da tempo la riesumazione delle vittime di questo massacro e la loro restituzione. Nel 2017, le autorità ucraine avevano bloccato l’operazione dopo che il memoriale dedicato all’Upa in Polonia era stato vandalizzato. Kiev si era però detta disponibile a revocare il divieto di riesumazione una volta ripristinati tutti i monumenti commemorativi da parte di Varsavia ma, in realtà, non l’ha più fatto. 

Il governo polacco stima che circa 100mila polacchi e 5mila ucraini siano stati uccisi nelle regioni di Rivne e Volinia, nell’attuale Ucraina occidentale, tra il 1943 e il 1945. Gli obiettivi principali dell’Esercito Insurrezionale Ucraino erano quelli di conquistare l’indipendenza dell’Ucraina cacciando gli occupanti nazisti e poi sovietici e di espellere i polacchi da quella che sostenevano essere una terra storicamente ucraina.

“Non ci sarà alcun consenso all’adesione dell’Ucraina all’Unione europea se non risolverà la questione della Volinia”, ha dichiarato ora il ministro della Difesa polacco Władysław Kosiniak-Kamysz all’agenzia di stampa Wirtualna Polska.

Il sostegno polacco all’Ucraina

La Polonia, guidata dal premier Donald Tusk, è tra i Paesi che hanno offerto un maggior sostegno all’Ucraina fin dall’inizio dell’aggressione russa, sia economicamente sia per quanto riguarda l’accoglienza di rifugiati. Tuttavia, le relazioni tra i due Stati sono sempre state altalenanti, come spiega il politologo polacco Andriy Korniychuk: “In passato abbiamo assistito ad alti e bassi ed è probabile che ciò continui nel prossimo futuro. Ciò che è differente ora rispetto al decennio precedente è un livello di polarizzazione politica senza precedenti in Polonia nel 2024”. 

Per aderire all’Ue, un Paese “deve soddisfare determinate condizioni, non solo economiche, ma anche quelle relative alla verità storica”, ha sostenuto il ministro Kosiniak-Kamysz in risposta alla dichiarazione dell’ex ministro degli Esteri di Kiev Dmytro Kuleba che aveva invece incoraggiato a “lasciare agli storici” la questione del massacro del ’43. 

La questione ha creato anche dei disaccordi interni alla Polonia. Da una parte c’è il presidente Andrzej Duda di Diritto e Giustizia, convinto sostenitore dell’ingresso dell’Ucraina nell’Ue, che sostiene che “chiunque blocchi l’adesione sta agendo in linea con la politica di Vladimir Putin”, e dall’altra appunto Kosiniak-Kamysz secondo cui “fare i conti con il passato e rispettare i membri di un blocco a cui un Paese vuole aderire è essenziale”. Il ministro ha anche sostenuto che l’Ucraina si starebbe dimenticando dell’aiuto che le è stato fornito dai vicini polacchi. 

Lascia un commento

Your email address will not be published.