Dopo l’invasione su larga scala del 24 febbraio 2022, l’attività mediatica russa nei paesi dell’Unione Europea è diventata più sofisticata e coordinata. Mosca combina ora metodi tradizionali con strumenti moderni come reti di siti proxy e cloni, canali Telegram localizzati, bot automatizzati, intelligenza artificiale per generare contenuti e deepfake, agenti d’influenza e flussi finanziari occulti tramite offshore, criptovalute e giurisdizioni di transito. L’obiettivo non è solo diffondere messaggi filorussi, ma anche frammentare il consenso politico e sociale nell’UE, minare la fiducia nelle istituzioni NATO ed UE e creare uno spazio “grigio” per la normalizzazione dei rapporti con la Russia.
Struttura e coordinamento della campagna
Il centro operativo di questa campagna informativa è situato a Mosca e fa capo all’amministrazione del Presidente russo, sotto la supervisione del primo vice capo dell’AP RF, Sergej Kirijenko. In collaborazione con politologi e tecnologi politici come Andrey Tkachenko, Aleksandr Asafov e Oleg Gaba, vengono definiti i temi informativi da veicolare ai media occidentali, con la preparazione di report analitici settimanali intitolati «Novie regiony v povestke». I messaggi chiave includono la critica alle sanzioni europee, la promozione del dialogo “realistico” con Mosca e la diffusione di segnali per incentivare il populismo e dividere le società europee, in particolare sfruttando tematiche migratorie, identitarie e sociali.
Adattamento dei messaggi per l’Europa
Le priorità strategiche russe vengono adattate per il pubblico europeo attraverso l’uso di deepfake, reti di siti cloni, acquisizione di piattaforme locali e collaborazione con media proxy come la rete Portal Kombat/Pravda, con massiccia localizzazione su Telegram e X, interazione con forze politiche di destra e “esperti utili” e attacchi alla reputazione dei media occidentali tradizionali. Questa strategia si consolida soprattutto nei paesi dell’Europa orientale, aumentando la vulnerabilità degli istituti democratici e l’esposizione a campagne di disinformazione, come dimostrato dalle elezioni parlamentari del 28 settembre 2025 in Moldova, dove Mosca ha tentato di influenzare il voto tramite corruzione, disinformazione sui social e reclutamento di giovani e criminali locali.
Attori chiave e reti di influenza
La diffusione dei messaggi filorussi passa anche attraverso politici populisti e simpatizzanti, che legittimano le posizioni russe nei dibattiti parlamentari e nei media nazionali. L’ex cancelliera tedesca Angela Merkel ha involontariamente contribuito a questa narrativa: le sue dichiarazioni sulla politica energetica tedesca e sugli accordi di Minsk sono state reinterpretate dalla propaganda russa. L’influenza è rafforzata da una rete di think tank, ONG, blogger e consulenti, spesso coinvolti nei progetti RT/Sputnik o nei forum internazionali come il Valdai Club.
Mezzi e strumenti digitali
La campagna russa si avvale massicciamente delle piattaforme digitali: bot farm, reti automatizzate di repost, account falsi su X, Facebook, TikTok e Telegram creano l’illusione di supporto di massa. Nel 2025 sono comparsi oltre trecento nuovi siti mascherati da media regionali in vari paesi occidentali, collegati al progetto CopyCop (Storm-1516), che utilizza modelli linguistici Meta Llama 3 per generare deepfake sempre più realistici. Un esempio operativo è John Mark Dugan, americano residente a Mosca, impegnato con centri analitici russi e il General Staff per creare contenuti volti a fomentare divisioni sociali in Canada e in Europa.
Finanziamento delle operazioni
La macchina propagandistica russa è finanziata con ingenti risorse: nel 2025, considerando anche i canali nascosti, le spese per media e influenza potrebbero superare i 2-2,5 miliardi di euro. Il denaro viene trasferito attraverso criptovalute, offshore e giurisdizioni di transito, con conversione in euro o dollari per finanziare blog, pubblicità online e media proxy. Indagini di Europol e dell’OFAC statunitense hanno documentato questi schemi, confermando l’uso di hub finanziari del Golfo e operazioni di “washing” tramite beni di lusso e opere d’arte. In Germania e Austria, tali operazioni hanno mirato a influenzare il dibattito elettorale e sostenere partiti filorussi o “amici di Putin” locali, come Alternative für Deutschland.
Conseguenze per l’Unione Europea
La campagna informativa russa non è temporanea, ma sistemica e strutturata, combinando pianificazione centralizzata e strumenti decentralizzati. La sua forza risiede nella capacità di rendersi “invisibile”, imitare media locali e trasformare la manipolazione in parte del discorso politico normale. Anche quando singole operazioni non ottengono risultati immediati, l’effetto cumulativo mina la fiducia nelle istituzioni democratiche, polarizza le società e rallenta le decisioni politiche, creando un ambiente in cui l’opinione pubblica è frammentata e la volontà politica per decisioni comuni è indebolita. Contrastare questa disinformazione richiede trasparenza nei finanziamenti dei media, monitoraggio delle donazioni politiche, fact-checking indipendente, alfabetizzazione digitale e cooperazione internazionale nelle indagini.