La strage di Bondi Beach: un attentatore con licenza e sei armi legali in Australia

15.12.2025 12:25
La strage di Bondi Beach: un attentatore con licenza e sei armi legali in Australia

Attacco a Bondi Beach: in discussione la legge sulle armi in Australia

Uno dei due attentatori che hanno ucciso 15 persone a Bondi Beach, una delle più famose spiagge di Sydney, in Australia, aveva un regolare porto d’armi e possedeva sei armi intestate a suo nome. L’Australia, nota per le sue rigide normative sul possesso di armi, ha visto le leggi variate nel tempo, con recenti modifiche criticate per la loro maggiore permissività, riporta Attuale.

La legge australiana sul possesso di armi è stata riformata in seguito all’attentato di Port Arthur nel 1996, dove 35 persone furono uccise. Questa riforma ha trasformato il possesso di armi da un diritto intrinseco in un privilegio, imponendo ai cittadini di dimostrare di avere valide ragioni per possederle. La modifica ha reso illegale l’importazione, la vendita e l’uso di molte armi, portando a una campagna nazionale di riacquisto che ha raccolto circa 650mila armi entro un anno.

Dopo l’attentato, furono introdotti requisiti più severi per l’acquisto di armi, includendo test di idoneità e corsi di formazione sulla sicurezza. Ogni acquisto di armi richiede ora un permesso specifico e un periodo di attesa di 28 giorni. Le vendite tra privati sono state vietate e l’acquisto di munizioni è stato limitato. Il governo ha promosso amnistie per la consegna di armi non registrate.

Nonostante le rigorose normative, la polizia del New South Wales ha confermato che uno degli attentatori, Sajid Akram, aveva un porto d’armi di categoria A e B da circa dieci anni e possedeva sei armi registrate. Gli esperti non hanno ancora confermato i modelli specifici delle armi usate nell’attacco, ma da evidenze fotografiche sembrano rientrare nelle categorie per cui Akram era autorizzato.

Roland Browne, vicepresidente di Gun Control Australia, ha sottolineato che la sparatoria di Bondi Beach evidenzia gravi lacune nel processo di valutazione per il rilascio delle licenze, affermando che è «incomprensibile» la necessità di possedere sei armi. Ha inoltre criticato la perdita della regola che richiedeva di dimostrare una buona ragione per ogni arma aggiuntiva.

Le differenze nelle normative statali complicano ulteriormente la questione, con alcune armi che sono legali in alcuni stati ma non in altri. Nonostante il successo della legge del 1996 nel ridurre le sparatorie di massa – che da allora sono praticamente scomparse – ci sono ora oltre 4 milioni di armi possedute da civili in Australia, un incremento del 25% rispetto a prima della riforma.

Dopo l’attentato a Bondi Beach, il primo ministro australiano Antony Albanese e il primo ministro del New South Wales Chris Minns hanno annunciato l’intenzione di proporre leggi sul porto d’armi ancora più severe, che potrebbero includere limitazioni sul numero di armi per individuo e revisioni periodiche delle licenze rilasciate.

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