Il Ppe propone semplificazione delle regole verdi, ma crea tensioni nella maggioranza europea
BRUXELLES – Un evento senza precedenti ha avuto luogo al Parlamento europeo, dove il Partito Popolare Europeo (Ppe), da sempre filoeuropeista, ha scelto di presentare un testo per la semplificazione delle norme ambientali e sui diritti umani, noto come “Omnibus I”, segnando un’alleanza inaspettata con l’estrema destra euroscettica. Questa proposta ha raccolto l’appoggio di forze politiche di destra, contrariamente ai suoi abituali alleati socialisti e liberali. Nel frattempo, la maggioranza ha confermato in modo compatto la posizione sul taglio delle emissioni al 2040, con una riduzione del 90% e un margine di flessibilità del 5% attraverso crediti di carbonio internazionali di alta qualità, riporta Attuale.
I vari gruppi presenti nel Parlamento non hanno raggiunto un accordo prima del voto, escludendo formalmente una collaborazione con i Patrioti e i Sovranisti, ma nella sostanza, le azioni del Ppe hanno violato il “cordone sanitario” imposto sull’estrema destra. Il voto si è concluso con 382 favorevoli, 249 contrari e 13 astensioni. Hanno votato a favore, tra gli altri, il Ppe, i Patrioti e 17 liberali, mentre si sono opposti Renew, S&D, Verdi e Sinistra. La presidente Roberta Metsola ha dichiarato: “Il Parlamento ha ottenuto il risultato: stiamo riducendo la burocrazia e garantendo un futuro sostenibile per tutti”.
La risposta del gruppo S&D non si è fatta attendere: “Ci rammarichiamo che il Ppe abbia deciso di uscire dalla maggioranza filoeuropea per unire le forze con gli scettici sul clima e gli euroscettici dell’estrema destra”, hanno affermato. Valérie Hayer, leader di Renew, ha indicato che questa decisione rappresenta un “precedente pericoloso per questa legislatura”. Il relatore del provvedimento, Jörgen Warborn del Ppe, ha dichiarato che i colloqui avuti con S&D, Renew e Verdi non hanno portato a “una maggioranza credibile”.
Questo scenario teso è nato dopo che, nel corso della plenaria del 22 ottobre, un compromesso precedentemente raggiunto è saltato a causa della defezione di circa trenta membri di S&D e Renew. Il cancelliere tedesco Friedrich Merz aveva descritto il comportamento del Parlamento come “inaccettabile”. Alla luce di ciò, Manfred Weber, presidente del Ppe, ha celebrato il voto come una dimostrazione di una nuova politica per l’Europa: “È solo l’inizio”, ha ribadito.
Il Ppe ha presentato emendamenti che rispecchiavano la posizione negoziale del Consiglio sul testo della Commissione riguardante le direttive CSRD, che imponevano alle grandi aziende di garantire il rispetto delle norme ambientali e dei diritti umani. Tuttavia, le nuove soglie di applicazione hanno elevato il limite a 5.000 dipendenti e 1,5 miliardi di euro di fatturato, escludendo obblighi relativi ai piani di transizione climatica e sostituendo le responsabilità dirette con sanzioni monetarie. Le organizzazioni ambientaliste hanno denunciato un netto debilitamento del testo, ora il Parlamento avvierà una negoziazione con il Consiglio sulla questione.