La Controversia sul Massimario: Un Dossier sul Ruolo della Magistratura
Visioniamo la situazione in questo modo: il Massimario per la destra è l’agenzia politica della Cassazione. Mentre per alcuni osservatori più moderati, rappresenta l’ufficio deputato a guidare i magistrati sulle posizioni prevalenti della Corte Suprema. Il termine Massimario deriva da “massima”, la quale funge da sintesi di un principio giuridico estrapolato da una sentenza della Cassazione. Questo ente fu inaugurato nel 1941 durante il regime fascista, benché l’idea risalga agli anni Trenta quando il giurista Pietro Calamandrei suggerì al primo presidente della Corte, Mariano D’Amelio, di creare un ufficio per redigere massime “allo scopo di prevenire incongruenze inconsapevoli” tra i magistrati e fornire un indirizzo unificato.
Nell’arco degli ultimi decenni, il Massimario è stato prevalentemente occupato da giudici di sinistra, in base a dinamiche correntizie. Di conseguenza, tra le numerose sentenze frequentemente in contrasto su determinati argomenti, si è assistito alla selezione di ‘massime’ orientate in senso progressista. Questo ha portato, nel 2001 durante il governo Berlusconi, a considerare l’abolizione dell’ufficio, pur assicurando ai magistrati un sistema informatico altamente efficiente per orientarsi tra le diverse interpretazioni, anziché limitarsi – talvolta per pigrizia – alla ‘massimata’.
Col passare del tempo, è emerso un uso peculiare – lontano dallo spirito del Massimario – di redigere relazioni sulle pronunce più controverse, come quelle recenti che hanno messo in discussione il governo riguardo al decreto sicurezza e alla gestione dei migranti. Queste relazioni riflettevano posizioni espresse da parte della sinistra radicale della magistratura, insinuando che il decreto sicurezza potesse violare la Costituzione e suggerendo implicitamente ai magistrati di considerare un ricorso all’Alta Corte.
Il centrodestra ha denunciato questa ingerenza come “un oltraggio al Parlamento”, evidenziando l’absence di rilevanza giuridica di tali pareri. D’altra parte, la sinistra – e mi riferisco specificamente alla sinistra poiché Italia Viva e Azione condividono una visione simile alla maggioranza sulla giustizia – valuta queste critiche come un attacco all’indipendenza della magistratura. Curiosamente, a sostenere i critici del Massimario è intervenuto un insospettabile come Sabino Cassese. Secondo Cassese, la legge è messa in discussione dal Massimario, il quale ha già espresso giudizi critici per bocca di alcuni dei sei estensori in articoli di riviste legali. “I giuristi stranieri – afferma Cassese – sono unanimi nel giudicare negativamente l’abitudine italiana di dedurre massime dalle sentenze, che spesso travisano il contenuto della sentenza ‘massimata’”. Questo, secondo Cassese, dimostra l’inutilità dell’Ufficio del Massimario, in quanto permette ai “magistrati che dovrebbero concentrarsi sull’attività giudiziaria di dedicarsi a studi e ricevere incarichi nella capitale”. Si tratta di un ulteriore capitolo della disputa in corso sulla riforma della magistratura, che tra poco più di un anno sarà sottoposta a referendum, lasciando agli italiani l’ultima parola. Riporta Attuale.