Attacco a Bondi Beach: connessioni con l’ISIS emergono dalle indagini australiane
La polizia australiana ha dichiarato che gli artefici dell’attacco di domenica a Bondi Beach, una delle spiagge più famose di Sydney, si sono ispirati al gruppo terrorista dello Stato Islamico (ISIS), riporta Attuale. Durante la celebrazione ebraica, due uomini, Sajid e Naveed Akram, hanno aperto il fuoco, uccidendo 15 persone e ferendone 40. Il primo ministro australiano Anthony Albanese ha evidenziato tra le prove del legame con l’ISIS la presenza di due bandiere del gruppo nell’auto utilizzata per raggiungere la spiaggia, registrata a nome di Naveed Akram.
Sajid Akram, di 50 anni, è stato ucciso nello scontro a fuoco con la polizia, mentre suo figlio Naveed, 24 anni, è attualmente ricoverato in gravi condizioni. Albanese ha sottolineato come, sebbene i due si fossero ispirati all’ideologia dell’ISIS, non facessero parte di una cellula terroristica più ampia.
Le autorità australiane, in cooperazione con quelle delle Filippine, stanno indagando su un possibile collegamento tra un recente viaggio degli Akram a Davao, nelle Filippine, e la pianificazione dell’attacco. I due hanno soggiornato nella città dal 1 al 28 novembre, pochi giorni prima dell’attentato. Sajid Akram possedeva un passaporto indiano, mentre Naveed disponeva di uno australiano.
Mindanao, dove hanno viaggiato, è nota per la presenza di gruppi radicali islamisti, alcuni dei quali in passato hanno sostenuto l’ISIS. Tuttavia, le autorità filippine hanno affermato che una lunga campagna militare ha significativamente ridotto le capacità operative di tali gruppi e finora non ci sono informazioni che suggeriscano il coinvolgimento di stranieri nell’addestramento o nella pianificazione di attacchi in accordo con i gruppi locali.