L’ex presidente della Camera a Today.it: “Il presidente israeliano e i suoi ministri vogliono la guerra permanente. Devono essere fermati”
“Chiediamo al governo italiano e alla Commissione Europea di mettere in atto tutti gli strumenti a loro disposizione non solo per giungere a un immediato cessate il fuoco e alla liberazione degli ostaggi, ma anche perché cessino immediatamente la detenzione arbitraria senza limiti di tempo dei prigionieri palestinesi e le pratiche di tortura ormai accertate, e perché si attui il rispetto incondizionato dei diritti umani”. Comincia così il testo della petizione #StopCrimesInPalestine, lanciata su Change.org dall’ex presidente della Camera, Laura Boldrini e dallo storico ed economista Massimo Amato e al giornalista Gianni Giovannetti.
“Con Netanyahu bisogna passare dalle parole ai fatti”
“Abbiamo inoltrato l’appello sia alla premier Giorgia Meloni che alla presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen – spiega Laura Boldrini a Today.it – affinché con Benjamin Netanyahu si passi dagli appelli e alle esortazioni alle azioni concrete: se il principio di sovranità territoriale è valido, deve valere per tutti. E quindi se contro Vladimir Putin sono partite le sanzioni e nessuno si sogna di vendergli armi, lo stesso metro deve essere utilizzato nei confronti del governo israeliano, altrimenti il doppio standard ci seppellirà. L’Unione Europea sta perdendo credibilità agli occhi del mondo, perché ci sono milioni di persone che si stanno ribellando a tutto questo. Quindi chiediamo che si fermi la vendita delle armi a Netanyahu, che le usa contro i civili e che vengano sanzionati lui e i suoi ministri che incitano all’odio”.
“Chiediamo che si fermi la vendita delle armi a Netanyahu, che le usa contro i civili e che vengano sanzionati lui e i suoi ministri che incitano all’odio”.
Così l’ex presidente della Camera, Laura Boldrini, a Today.it
Non solo: la petizione lanciata su Change.org, chiede a von der Leyen di interrompere l’Accordo di Associazione con Israele: “È un accordo che si basa sul rispetto dei diritti umani – continua Boldrini – ed è evidente che nell’ultimo anno il governo israeliano si è mosso proprio in senso opposto. A Gaza sono morte oltre 42 mila persone, soprattutto anziani, donne e bambini, l’85 per cento del territorio della Striscia è stato distrutto, non sono stati fatti passare i convogli umanitari con i viveri e le medicine. Sono cose che abbiamo visto quando siamo stati a Rafah con la carovana umanitaria, insieme a 14 deputate e deputati, giornalisti, responsabili di Ong e docenti universitari (50 in tutto). Questi sono crimini di guerra e se non si sospende quell’accordo ora, cos’altro deve succedere?”.
L’ex presidente della Camera non teme che l’iniziativa possa essere letta come un sostegno – anche indiretto – a nemici giurati dello Stato di Israele come Hamas e Hezbollah: “Noi sappiamo che tanta gente, in Italia e non solo, non accetta questo uso della forza e questa carneficina, che è chiaramente mirata ad annientare il popolo palestinese, ma che causerà anche enormi problemi e tanta violenza nei confronti dello stesso popolo israeliano e anche delle comunità ebraiche in giro per il mondo. Se non si ferma questa ‘dottrina Netanyahu’, che si basa sulla guerra permanente, le conseguenze saranno gravi per tutti. Chiedere a Netanyahu di fermarsi non vuol dire essere dalla parte di Hamas o di Hezbollah, sgombriamo il campo da ogni stupida interpretazione, ma vuol dire stare dalla parte della legalità internazionale, del rispetto delle regole che ci siamo dati dopo la Seconda Guerra Mondiale e che sono alla base della nostra convivenza. Se vengono stracciate, come sta facendo oggi Israele facendo prevalere la legge del più forte, perderemo tutti, soprattutto l’Italia che non è certo tra i più forti”.
“Gravissimi gli attacchi del presidente israeliano alle Nazioni Unite”
Durissimo il commento di Laura Boldrini alle parole dette dal leader israeliano durante l’Assemblea generale delle Nazioni Unite, definita una palude antisemita. “È gravissimo quello che ha detto Netanyahu nel suo discorso ed è gravissimo che il segretario generale, Antonio Guterres, sia stato definito ‘persona non grata’ e che gli sia stato vietato di entrare in Israele. Sono azioni che non possono essere concesse a nessuno e che tutti gli Stati membri dovrebbero condannare. Quelli che non lo fanno e non danno seguito ai pronunciamenti della Corte Internazionale di Giustizia e alla Corte Penale Internazionale, sono complici di questo disfacimento. È complice l’Italia, che in sede Onu si è astenuta sul cessate il fuoco, sul riconoscimento della Palestina come membro effettivo dell’Assemblea generale e sulla richiesta di ritiro, da parte di Israele, dai territori illegalmente occupati. Astenersi su queste cose vuol dire mettersi dalla parte sbagliata”.
In pochi giorni raccolte oltre 28 mila firme
La petizione, che nel giro di pochi giorni ha già superato le 28 mila firme, chiede che “il diritto internazionale sia fatto valere senza eccezioni per nessuno, e che ogni paese democratico si faccia carico degli obblighi che derivano dai provvedimenti già emessi dalla Corte internazionale di giustizia, che intimano al governo di Israele di cessare ogni azione volta a perpetuare e aggravare il massacro in corso, e che gli ordinano di lasciare immediatamente i territori illegalmente occupati”.
Tra i tanti firmatari, nomi noti del mondo della cultura e della politica come Alessandro Barbero, Saverio Costanzo, Fabrizio Gifuni, Luigi Manconi, Dacia Maraini, Laura Morante, Gustavo Zagrebelsky, Riccardo Cucchi, Corrado Formigli, Rula Jebreal, Carmen Lasorella, Gad Lerner, Enzo Amendola, Pier Luigi Bersani, Susanna Camusso, Ilaria Cucchi, Gianni Cuperlo, Massimo D’Alema, Matteo Lepore, Mimmo Lucano, Andrea Orlando, Cecilia Strada, Alessandro Zan, Patrick Zaki e tanti altri. Tra le richieste avanzate, delle “sanzioni nei confronti di Netanyahu e dei suoi ministri che incitano all’odio e la sospensione dell’accordo di associazione Israele-UE, che si basa sul rispetto dei diritti umani” e la richiesta che “il diritto e la legalità internazionale prevalgano sull’uso della forza”.
Fonte: Today.it