Laureati in fuga: Nordio rivela la verità

11.07.2025 07:05
Laureati in fuga: Nordio rivela la verità

La misteriosa evasione di Andrea Cavallari

È fondamentale fare chiarezza sulla questione. Ho avviato un’attività istruttoria per accertare in modo completo i fatti e verificare se ci siano i presupposti per esercitare le prerogative istituzionali che mi sono conferite per legge”, ha dichiarato il ministro della Giustizia Carlo Nordio durante il question time in Senato riguardo alla scomparsa di Andrea Cavallari. Sparito senza lasciare tracce il 3 luglio, il 26enne è attualmente ricercato in tutta Italia. Era detenuto presso il carcere della Dozza di Bologna, dopo aver ricevuto una condanna definitiva di 11 anni e 10 mesi per la strage alla Lanterna Azzurra di Corinaldo avvenuta l’8 dicembre 2018. In quel tragico evento, un gruppo di ragazzi, tra cui Cavallari, spruzzò uno spray urticante, generando panico e causando la morte di sei persone, schiacciate dalla folla. Cavallari ha potuto lasciare il carcere alle 8 del mattino grazie a un permesso di necessità, per partecipare alla cerimonia di laurea in giurisprudenza, concesso dal magistrato di sorveglianza, il quale non prevedeva la presenza di una scorta. Dopo aver ottenuto questo permesso, è riuscito a far perdere le proprie tracce.

Le circostanze della sua evasione sollevano dubbi e preoccupazioni riguardo alla sicurezza nel sistema penitenziario italiano. La questione ha destato un notevole interesse pubblico, spingendo il governo a prendere provvedimenti per rafforzare la vigilanza e il controllo nei confronti di detenuti considerati a rischio di fuga. Con l’aumento delle tensioni sui temi della giustizia e della sicurezza, questa vicenda si inserisce in un contesto più ampio, dove le istituzioni sono chiamate a rispondere e a spiegare le misure adottate per evitare futuri incidenti simili.

Dopo la fuga di Cavallari, sono emerse richieste da parte di vari gruppi politici affinché venga avviata un’indagine indipendente per far luce su eventuali negligenze o procedure errate che possano aver facilitato l’evasione. Si teme che la mancanza di una scorta adeguata, unita a un permesso di uscita troppo permissivo, possa aver messo a rischio la sicurezza pubblica. I cittadini chiedono risposte veloci e chiare, poiché casi come questo minano la fiducia nei confronti delle istituzioni e dell’intero sistema giudiziario.

È cruciale che le autorità competenti forniscano informazioni dettagliate sui protocolli seguiti nel concedere permessi ai detenuti, soprattutto quelli con condanne gravi e legate a crimini particolarmente violenti. La questione dell’evasione di Cavallari, dunque, non è solo un fatto isolato, ma apre un dibattito più ampio sulla giustizia, sulla sicurezza delle cittadine e sulla necessità di riforme che possano garantire una maggiore protezione della società.

Occhio anche ai precedenti di evasione, che hanno mostrato come i meccanismi di controllo possano talvolta fallire, portando a situazioni che mettono in pericolo la vita delle persone. Si auspica che la vicenda di Andrea Cavallari possa servire da lezione per migliorare il sistema, garantendo così che casi simili non si ripetano in futuro, riporta Attuale.

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