Confermato il presidente in carica, ma le urne sono disertate dal 70% della popolazione. Esclusi gli osservatori dell’Unione europea, non accadeva dal 2011
Una vittoria schiacciante e scontata quella di Kais Saied alle presidenziali in Tunisia del 6 ottobre. Ma in quali condizioni? La percentuale di astensione è stata altissima (oltre il 70%) e mancavano osservatori elettorali dell’Unione europea a verificare in maniera opportuna la rielezione del presidente tunisino, che ha ormai varcato le soglie della deriva autoritaria, a suon di arresti e “colpi di Stato” legali. Il risultato delle urne sancisce una conferma al potere dell’ex professore di legge, che dice di rifiutare ingerenze dall’estero ma accetta volentieri i soldi occidentali stipulando accordi col governo italiano per bloccare i migranti alla frontiera.
I risultati delle elezioni in Tunisia
Le elezioni presidenziali di domenica 6 ottobre in Tunisia si sono chiuse con una vittoria che supera l’89 per cento dei voti. L’affluenza alle urne però è stata molto bassa. Appena il 27,7 per cento degli aventi diritto ha espresso la sua preferenza politica. Un crollo ulteriore rispetto al 45 per cento registrato al primo turno di cinque anni fa. Il presidente in carica Kais Saied, 66 anni, ha schiacciato i suoi rivali: il liberale Ayachi Zammel, 47 anni, ha ottenuto solo il 6,9 per cento dei voti mentre il deputato della sinistra panaraba Zouhair Maghzaoui, 59 anni, si è fermato al 3,9 per cento dei voti. La battaglia contro i due contendenti era stata vinta già in precedenza. Zammel era in prigione dai primi di settembre accusato di influenze irregolari sul voto e condannato a 14 anni di prigione, mentre Maghzaoui era stato reputato un candidato “fantoccio”.
L’astensione domina alle elezioni tunisine
Nonostante i numeri drammaticamente bassi, Farouk Bouasker, presidente dell’autorità elettorale Isie, ha definito l’affluenza “rispettabile”. L’Isie è lo stesso organo che aveva escluso ben 17 candidati alle elezioni per presunte irregolarità. Dei 2,7 milioni di voti conteggiati, solo il 6% proviene da persone sotto i 35 anni. Dopo averli attratti alle urne la scorsa tornata elettorale con la promessa di una svolta democratica e anti-corruzione, Saied li ha “traditi” e la gran parte ha deciso stavolta di astenersi, ritenendo”illegittimo” il processo elettorale. “La legittimità dell’elezione è necessariamente compromessa quando i candidati che potevano mettere in ombra Saied sono stati sistematicamente eliminati”, ha commentato all’Afp l’analista politico tunisino Hatem Nafti. Un tasso di astensione così alto equivale ad una democrazia “debole”, sostengono gli esperti.
L’assenza di osservatori indipendenti
Dato ancora più inquietante, la quasi assenza di osservatori internazionali. Per la prima volta dal 2011 agli osservatori dell’Unione Europea non è stato permesso di seguire il voto. Solo in alcuni seggi sono stati autorizzati rappresentanti della commissione elettorale russa, dell’Organizzazione per la cooperazione islamica e di alcune organizzazioni accreditate dalle autorità. Tra queste l’Associazione tunisina per l’integrità e la democrazia delle elezioni ha dichiarato alla stampa locale “di aver constatato un certo numero di irregolarità e appropriazioni indebite di vario grado”, in particolare “orientamenti verso gli elettori o tentativi da parte dei cittadini di influenzarli”.