Una Giornata Turbolenta per Donald Trump
DAL NOSTRO INVIATO
NEW YORK La «folle giornata» di Donald Trump, che in molti paragoni ritengono simile a un Conte di Almaviva, inizia all’alba sul prato della Casa Bianca, vicino ai lavori di ristrutturazione del Giardino delle Rose, che lui ha sempre considerato poco attraente. «Fondamentalmente abbiamo due Paesi che combattono così a lungo e così ferocemente che non sanno più che cosa stiano facendo», dichiara con una franchezza inusitata riferendosi a Israele e Iran, il tutto con una parolaccia che marca un’inedita apertura nella retorica presidenziale. Queste parole, vere e proprie novità storiche nel repertorio da presidente, sono scaturite dopo che una deputata democratica del Texas lo ha colpito con un insulto decisamente diretto. Questo scambio di colpi verbali segna un’importante evoluzione nel linguaggio politico moderno, una sorta di liberalizzazione del linguaggio politicamente scorretto.
Successivamente, a bordo dell’Air Force One in rotta verso il vertice Nato in Olanda, Trump si connette al suo social media Truth e inizia a twittare per festeggiare il cessate il fuoco in quella che definisce, nella sua peculiarità retorica, «la guerra dei dodici giorni» tra Israele e Iran. Qui il brillante imprenditore cerca di posizionarsi come maestro del branding, nonostante le risate generali suscitati durante la sua campagna elettorale del 2015.
Il suo flusso digitale si arricchisce di immagini ritoccate dall’AI, meme patriottici e riferimenti all’arte di governare. Trump esprime gratitudine a Jeb Bush per i complimenti riguardanti l’“operazione” iraniana, mentre riporta integralmente una lettera di un anonimo deputato repubblicano all’Accademia svedese, nel tentativo di conquistare il Nobel per la Pace, una delle sue aspirazioni più care.
È evidente che l’ex presidente sta consumando la sua colazione davanti alla TV, dove Fox News, la sua emittente preferita, ha recentemente dedicato ampio spazio alla sua figura, ponendolo a fianco dei grandi della storia americana, come Washington e Lincoln. Non mancano le lettere di riconoscimento da parte del sindacato degli scaricatori di porto e le lamentele per la Fed, con minacce dirette alla figura di Jerome Powell, di cui Trump ha già manifestato l’intenzione di voler allontanare, sebbene non possa farlo legalmente.
Arriviamo al culmine di questa giornata ormai parossistica: un hit post su Alexandria Ocasio-Cortez, la deputata democratica, accusata di aver proposto il suo impeachment, provoca un’esasperata reazione da parte di Trump. «Stupida AOC» esordisce, tracciando un commento pungente agli avversari politici e invitandola a ritornare nel Queens, con la pesante insinuazione che lei non sia in grado di gestire le questioni del suo distretto. Inoltre, fa leva sul riscontro mediocre dei democratici nei sondaggi, concludendo il discorso con la famosa frase di Clint Eastwood: «MAKE MY DAY!», con quella sfida che contraddistingue il suo stile provocatorio.
Questa giornata cha riassume in sé l’essenza della politicità trumpiana, riporta Attuale.