L’Europa celebra 40 anni della bandiera, ma il simbolo di pace è in crisi

30.06.2025 06:35
L'Europa celebra 40 anni della bandiera, ma il simbolo di pace è in crisi

Ogni osservatore attribuisce significati diversi alla bandiera dell’Europa. Alcuni vedono in essa il manto blu della Madonna, mentre altri si riflettono nelle dodici tribù di Israele, richiamando così le “radici giudaico-cristiane” del nostro continente. Ci sono inoltre quelli che, con un approccio laico, la associerebbero ai simboli astrali. Ma un fatto è certo: ieri questo vessillo, che sventola nei 27 Paesi membri dell’Unione Europea, e che almeno altri sette aspiranti membri – tra cui l’Ucraina – vorrebbero veder esibito orgogliosamente, ha festeggiato il suo quarantesimo anniversario come emblema dell’unità europea, riporta Attuale.

Per essere precisi, questo simbolo ha quasi settant’anni, essendo nato come emblema del Consiglio d’Europa, un ente di Strasburgo che non è direttamente collegato alle istituzioni comunitarie, ma il cui nome e simbolo generano confusione nell’ambito della “civiltà occidentale” (come dichiarato ufficialmente nel 1955). Solo il 29 giugno 1985, l’allora Comunità Economica Europea decise definitivamente di adottare la bandiera come simbolo dell’Europa unita.

Ma cosa rappresenta oggi questa bandiera? Il suo creatore, il belga Arsène Heitz, dichiarò di essersi ispirato a un versetto biblico dell’Apocalisse, che per i cattolici anticipa l’idea della Madre di Dio. Tuttavia, questa ispirazione non è presente nei documenti ufficiali, dove si legge invece: “Le 12 stelle disposte in cerchio simboleggiano gli ideali di unità, solidarietà e armonia tra i popoli europei”. Un concetto, se vogliamo, che continua ad essere ribadito dalla presidente Ursula.

Ciò che resta del significato di questo simbolo è piuttosto problematico. Nel 2012, l’Unione Europea ricevette inaspettatamente il premio Nobel per la Pace, un riconoscimento che sigillava decenni di fratellanza e prosperità nel nostro continente. A ritirare il premio, in una cerimonia ricca di polemiche, furono i leader dell’Unione: Martin Schulz, allora presidente del Parlamento Ue, José Manuel Barroso, presidente della Commissione, e Herman Van Rompuy, presidente del Consiglio Europeo.

Oggi, mentre le guerre si avvicinano ai confini europei (con il conflitto Russia-Ucraina) e gli sconvolgimenti colpiscono l’anima politica (pensiamo alla crisi umanitaria a Gaza), la crisi esistenziale e di credibilità dell’Unione si fa sempre più evidente. L’Unione sembra trovarsi in difficoltà, tentennando di fronte all’ingombrante alleanza con gli Stati Uniti, in particolare sui temi legati all’Iran, mentre la bandiera, un tempo simbolo di speranza, appare avvolta in un cielo che si fa sempre più grigio.

Il Nobel del 2012 non fu accolto con favore da tutti, nemmeno tra gli altri insigniti del premio, che già allora sottolineavano come l’Unione fosse coinvolta in diverse operazioni militari con la Nato, nel traffico di armi e l’adozione di politiche restrittive nei confronti dei migranti. Con l’attuale dibattito che circonda il riarmo e le relazioni internazionali, il rischio di una frattura nell’unità europea diventa concreto, e la bandiera potrebbe restare un mero monito: bella, ma priva di reale significato.

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