L’Europa e una sintesi viable

07.07.2025 07:35
L'Europa e una sintesi viable

Incertezze e aspettative sui dazi: una nuova opportunità per l’Europa

Roma, 7 luglio 2025 – A partire dal lato positivo della situazione, la scadenza dei dazi è stata posticipata al primo agosto. Questo rinvio, da un lato, prolunga un periodo di incertezza, nemico giurato dell’economia, ma dall’altro è indicativo di come Washington preferisca un approccio più strategico, volgendo al termine le tensioni commerciali. Considerando il commercio, è pertanto rilevante il ruolo dell’Europa, e in particolare dell’Italia, che esporta negli Stati Uniti beni per un valore di 65 miliardi di euro, posizionandosi come il secondo esportatore dopo la Germania. Di conseguenza, oggi i rappresentanti di Trump invieranno 12 lettere commerciali, ma il loro destino non è affatto garantito, potendo concludere ben presto nel cestino. Se Bessent, il segretario al tesoro, anticipa, per le prossime 72 ore, un numero considerevole di accordi, non è detto che il sostegno della Casa Bianca si manifesti realmente.

Un ulteriore lasso di tempo di venti giorni per raggiungere un accordo sembrerebbe essere una chance vantaggiosa. Questi giorni extra potrebbero rivelarsi fondamentali nel cercare un compromesso, e c’è speranza che possano bastare. L’Unione Europea è chiamata particolarmente a cercare una soluzione condivisa per 27 realtà diverse. In questo contesto, le norme europee giocano un ruolo cruciale: la questione dei dazi è gestita a livello comunitario, con Bruxelles a trattare direttamente. Questa centralità e questa esclusività non hanno però impedito, in passato, tentativi di azione individuale da parte di alcuni Stati membri.

Attualmente, non ci sono segnali di svolte in tal direzione. Tuttavia, tutto ruota attorno al delicato equilibrio da trovare. Le industrie italiane, da quelle agroalimentari a quelle meccaniche e farmaceutiche, si trovano a fronteggiare il timore di un’imposizione daziaria del 17%, una soglia critica. La proposta ragionevole formulata dal ministro degli Esteri Tajani: un’aliquota del 10% sarebbe più accettabile. La fermezza con cui promuove questo obiettivo suggerisce che possa essere considerato un compromesso realistico e soddisfacente per entrambe le parti. Resta un’importante lezione da apprendere: il metodo Trump provoca più ansia in ambito politico che tra gli operanti della finanza, con le borse che continuano a crescere nonostante conflitti e dazi all’orizzonte. Questo potrebbe essere interpretato come un segnale positivo: l’ipotesi di una conclusione favorevole alla questione dei dazi appare non del tutto remota.

Da non perdere