Un rapporto su come rafforzare la preparazione militare Ue propone di mettere in piedi strutture per un coordinamento maggiore dei servizi di intelligence dei Paesi membri
L’Unione europea dovrebbe dotarsi di un servizio di intelligence comune, che metta a regime tutte le informazioni raccolte dai diversi servizi segreti dei paesi membri, per meglio difendersi dalle minacce di attori esterni, statali e non. È una delle proposte contenute nel rapporto sul rafforzamento della preparazione militare Ue, un rapporto che ha lo scopo di suggerire come migliorare la preparazione del blocco a una eventuale guerra e a minacce militari. Il rapporto è stato redatto dall’ex presidente finlandese Sauli Niinistö, a cui aveva affidato il compito lo scorso marzo la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen.
Il rapporto
Nel rapporto (che si può scaricare qui) il politico finlandese sostene che l’Ue abbia bisogno di una propria intelligence, una sorta di Cia comunitaria, per aiutare i Paesi a respingere le minacce, i sabotatori e gli agenti stranieri che operano nel continente e che assicuri una maggiore condivisione delle informazioni tra le capitali.
Nel testo di 164 pagine messo a punto da Niinistö, che è stato presidente della Finlandia per oltre un decennio, si chiede di elaborare una proposta “sulle modalità di un vero e proprio servizio di cooperazione in materia di intelligence a livello dell’Ue”, allo scopo di “garantire la capacità dell’Ue di intraprendere azioni autonome e decisive di fronte a livelli di minaccia elevati”. Questo perché, per Ninisto “i responsabili delle decisioni nelle istituzioni europee e negli Stati membri devono avere una comprensione chiara e tempestiva delle minacce e delle attività clandestine che colpiscono l’Unione”.
Intelligence al servizio dell’Ue
Per il finlandese “l’obiettivo non dovrebbe essere quello di emulare i compiti dei servizi nazionali di intelligence e di sicurezza interna degli Stati membri, né di interferire con le loro prerogative in materia di sicurezza nazionale”, ma di “sviluppare ulteriormente il Siac”, Single Intelligence Analysis Capacity costituito dal Centro di intelligence dell’Ue e dall’intelligence dello Stato maggiore dell’Ue, in un “servizio in grado di sostenere pienamente le attività e la leadership istituzionale dell’Ue”.
Ciò, continua il report, “dovrebbe anche sostenere il lavoro di controspionaggio delle istituzioni dell’Ue nel proteggere se stesse, i loro sistemi informativi e il loro personale da attività clandestine”. L’idea è ambiziosa, e non a caso il report parla di “obiettivo di lungo termine”. “Sappiamo tutti che la raccolta di informazioni è principalmente responsabilità degli Stati membri”, ha dichiarato von der Leyen durante la presentazione del report, sostenendo che comunque “dovremmo puntare a migliorare il flusso di informazioni, la raccolta di informazioni e la raccolta di intelligence”.