L’Iran e l’arma nucleare: 40 anni di accordi e tensioni tra la Rivoluzione, Obama e Trump

13.06.2025 16:17
L'Iran e l'arma nucleare: 40 anni di accordi e tensioni tra la Rivoluzione, Obama e Trump

La lunga storia del nucleare iraniano: dalle origini alle tensioni attuali

La questione del nucleare in Iran è caratterizzata da un lungo percorso di incertezze e negoziati, che ha preso avvio con la rivoluzione islamica del 1979. Gli eventi di quel periodo segnarono un cambiamento fondamentale: l’Iran, fino ad allora parte della coalizione pronta ad accettare il Trattato di non proliferazione nucleare, iniziò a sviluppare una tecnologia nucleare sia per scopi civili che militari, portando a conflitti duraturi con le potenze occidentali, in particolare gli Stati Uniti, riporta Attuale.

La preoccupazione occidentale è emersa formalmente nel 2007, quando l’intelligence americana lanciò un primo allerta riguardo ai progressi del programma nucleare iraniano, con ingegneri che lavoravano a nuove tecnologie nonostante una sospensione temporanea del progetto nel 2003. Con l’elezione di Hassan Rouhani nel 2012, si aprì una breve fase di dialogo. Gli Stati Uniti e i paesi europei cercarono di stabilire un accordo per contenere le ambizioni nucleari e militarizzanti di Teheran.

Nel 2015, il successo del Joint Comprehensive Plan of Action (Jcpoa) fu il culmine di queste trattative. L’accordo, mediato da sei nazioni, tra cui gli Stati Uniti, la Cina e la Russia, comportava il smantellamento di gran parte delle strutture di arricchimento dell’uranio in cambio della revoca di molte sanzioni internazionali. Tuttavia, implementare questi accordi si dimostrò complesso: con l’arrivo di Trump alla Casa Bianca nel 2017, il panorama politico cambiò drasticamente.

Trump criticò aspramente l’accordo, accusandolo di facilitare l’accesso al nucleare per l’Iran senza ottenere contropartite significative. Nel 2018, gli Stati Uniti si ritirarono dall’accordo, provocando un’escalation nel programma nucleare iraniano. Dopo questa decisione, le tensioni aumentarono: l’Iran riprese l’arricchimento dell’uranio, avvicinandosi ai limiti critici per la produzione di armamenti nucleari.

Nel 2023, è stata fatta notizia dell’arricchimento dell’uranio a livelli allarmanti, sollevando preoccupazioni non solo in Israele, ma anche a livello globale. Benjamin Netanyahu, primo ministro israeliano, ha apertamente discusso la necessità di attacchi preventivi contro le strutture nucleari iraniane, culminando in bombardamenti su siti strategici a giugno 2025. Questo nuovo capitolo di violenza ha ulteriormente complicato la già fragile stabilità della regione, evidenziando la mancanza di un dialogo costruttivo tra le parti coinvolte.

La gestione della crisi continua a essere in bilico. Nonostante i tentativi di Biden di riavviare i negoziati, l’assenza di progressi tangibili fa presagire che le tensioni rimarranno elevate. Nel frattempo, Trump ha suggerito nuovi incontri mediati, cercando di rimanere rilevante nella discussione geopolitica attuale.

Con questi sviluppi, il futuro del nucleare iraniano rimane incerto, e il rischio di escalation militari è una costante preoccupazione non solo per i paesi della regione, ma per il mondo intero.

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