L’Iran verso l’attacco a Israele: l’incubo della guerra e cosa succede adesso

01.08.2024
L'Iran verso l'attacco a Israele: l'incubo della guerra e cosa succede adesso
L'Iran verso l'attacco a Israele: l'incubo della guerra e cosa succede adesso

Ali Khamenei, guida suprema della Repubblica islamica, avrebbe ordinato di attaccare direttamente lo Stato ebraico. Gli obiettivi, scrive il New York Yimes, sarebbero Haifa e Tel Aviv. Teheran vuole rispondere dopo il raid che ha ucciso il capo di Hamas Haniyeh, cercando però di non scatenare un conflitto aperto

Vendicare l’uccisione di Ismail Haniyeh, capo politico di Hamas, attaccando Israele. L’Iran avrebbe chiuso fino alle ore 5 italiane il suo spazio aereo e si preparerebbe a colpire direttamente lo Stato ebraico, secondo alcuni media della regione. Ali Khamenei, guida suprema della Repubblica islamica di Teheran, avrebbe infatti ordinato di attaccare direttamente Israele, ha riferito ieri in serata il New York Times, dopo che un missile israeliano ha ucciso a Teheran il leader di Hamas, Haniyeh. Gli obiettivi, scrive sempre il New York Times, sarebbero le città di Haifa e Tel Aviv.

Oggi, intanto, nella capitale iraniana c’è anche il funerale ufficiale di Haniyeh: il leader supremo Khamenei guida le preghiere funebri. Una folla in lutto con i ritratti del leader di Hamas e bandiere palestinesi si è radunata nell’università, nel centro della città. Haniyeh era capo dell’ufficio politico di Hamas dal 2017. Inoltre è stato primo ministro dell’autorità nazionale palestinese dal 2006 al 2007 e capo dell’amministrazione della Striscia di Gaza dal 2014 al 2017.

L’Iran chiude lo spazio aereo: Teheran verso l’attacco a Israele

L’Iran ha annunciato la chiusura del proprio spazio aereo fino alle 5 ora italiana, secondo fonti citate da media israeliani. Analisti militari riferiscono che Teheran avrebbe inoltre informato in queste ore Qatar e Arabia Saudita della sua intenzione di effettuare un attacco contro Israele, chiedendo a Doha e Riad di non consentire l’utilizzo del loro spazio aereo allo Stato ebraico o agli Stati Uniti.

La risposta è stata studiata in una riunione d’emergenza convocata nel pomeriggio di ieri nella residenza di Khamenei, con i vertici militari della Repubblica islamica dell’Iran. Teheran vuole vendicare Haniyeh colpendo Israele, senza tuttavia rimetterci la pelle. Senza cioè scatenare quel conflitto aperto che ha evitato dal 7 ottobre, perché non considera un suo interesse strategico entrare in guerra per Hamas.

Il rischio di una guerra totale in Medio Oriente

La morte di Ismail Haniyeh, uno dei negoziatori chiave del gruppo palestinese, allontana il cessate il fuoco a Gaza. E apre a una pericolosa escalation al di là della Striscia, come abbiamo spiegato in questo articolo. Haniyeh sarebbe stato ucciso insieme alla sua guardia del corpo dopo aver partecipato all’insediamento del nuovo presidente iraniano, Masoud Pezeshkian. Martedì 30 luglio, 24 ore prima della notizia della sua morte, Hamas aveva diffuso le foto dell’incontro di Haniyeh con i funzionari iraniani a Teheran. Foto che ribadivano al mondo intero che i colloqui sulla liberazione degli ostaggi israeliani detenuti a Gaza e sul cessate il fuoco nella Striscia passavano da lui, una sorta di ministro degli Esteri di Hamas rifugiatosi in Qatar e che negli ultimi mesi aveva incontrato, tra gli altri, il diplomatico cinese Wang Kejian. Non a caso, Pechino ha condannato fermamente l’omicidio: “Siamo molto preoccupati per l’incidente e ci opponiamo fermamente all’assassinio e lo condanniamo”, ha affermato il portavoce del ministero degli Esteri Lin Jian. “Gaza dovrebbe raggiungere un cessate il fuoco completo e permanente il prima possibile”, ha aggiunto.

La morte di Haniyeh non solo mette in discussione i negoziati sul cessate il fuoco a Gaza, ma apre la porta a una possibile escalation del conflitto che infiammerebbe l’intera regione. Nelle ultime ore, Israele ha anche compiuto un raid a Beirut che ha ucciso Fuad Shukr, uno dei comandanti di Hezbollah, l’azione più eclatante di Tel Aviv sul fronte libanese da quando è iniziata la guerra a Gaza. E difficilmente il nuovo presidente iraniano Pezeshkian potrà far passare senza reazioni forti l’affronto di una violazione della sicurezza degli iraniani da parte di Israele.

Ad aprile, Teheran aveva accusato il governo di Benjamin Netanyahu di aver bombardato il suo complesso di ambasciate in Siria, uccidendo almeno sette funzionari, lanciando per tutta risposta un attacco senza precedenti con droni e missili su larga scala contro Israele. Cosa farà adesso Pezeshkian? “Il regime sionista dovrà senza dubbio affrontare una risposta dura e dolorosa da parte del potente e vasto fronte della resistenza, in particolare dell’Iran”, hanno dichiarato le Guardie rivoluzionarie in un comunicato.

L’Europa cerca la mediazione

Gli Stati Uniti hanno reagito alla notizia dell’omicidio di Haniyeh ribadendo che l’escalation nella regione non è inevitabile, ma aggiungendo che se dovesse scoppiare un conflitto più ampio saranno dalla parte di Israele. La Turchia, uno dei membri di peso della Nato, ha invece rilanciato la minaccia di intervenire a sostegno dei palestinesi. I leader e i funzionari di Francia, Germania, Italia e Regno Unito hanno contattato le controparti in Libano, Israele e Iran per cercare di placare il più possibile gli animi. Ma più passano le settimane, più sembra chiaro che il piano di Netanyahu è di continuare a usare il pugno duro verso Teheran e i suoi alleati. Forse sperando di ritrovarsi a fine anno con un sostenitore in più alla Casa Bianca: Donald Trump.

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