L’Italia è già in guerra: Crosetto avverte sui rischi degli attacchi iberdi da Mosca

19.11.2025 15:15
L'Italia è già in guerra: Crosetto avverte sui rischi degli attacchi iberdi da Mosca

Il ministro della Difesa denuncia le “bombe ibride” lanciate ogni giorno da Mosca e non solo: «Banche o ospedali possono andare in tilt». Questa situazione è esemplificata nel rapporto sul contrasto alla guerra ibrida pubblicato oggi dal ministero della Difesa, dove Guido Crosetto evidenzia come l’Italia e l’Europa siano già in guerra di tipo non convenzionale. La domanda cruciale è quando i cittadini realizzeranno pienamente questa minaccia e come risponderanno adeguatamente, riporta Attuale.

«È in atto una guerra continua che ci minaccia senza sosta, giorno e notte. Gli obiettivi sono le nostre infrastrutture critiche, i centri decisionali, i servizi essenziali, le strutture commerciali, e le catene di approvvigionamento», prosegue Crosetto. La cybersicurezza e la disinformazione rappresentano i principali campi di battaglia, con potenziali danni «catastrofici» per banche, imprese, ospedali e amministrazione pubblica. Crosetto avverte che le “bombe” ibride continuano a cadere mentre scrive, sottolineando la necessità di svegliare un’opinione pubblica «disorientata e distratta» in merito a questa guerra non convenzionale.

La guerra sporca di Putin (e non solo) all’Europa

Secondo Crosetto, la guerra ibrida è subdola e invisibile, rendendola paradossalmente più pericolosa. Questa forma di conflitto non cerca una vittoria immediata, ma si concentra su un logoramento costante: «La varietà di questi attacchi è impressionante: fake news, ferrovie sabotate, cavi tranciati, pressione migratoria». Gli attori dietro queste aggressioni sono molteplici, includendo autocrazie come Cina, Iran e Corea del Nord, ma la Russia di Vladimir Putin è indiscutibilmente il principale responsabile. Sottolineando il case study della guerra in Ucraina, Crosetto afferma che «la Federazione Russa avrebbe adottato un approccio sistemico e spregiudicato», utilizzando vari strumenti, dalla propaganda agli attacchi informatici, per destabilizzare i Paesi occidentali.

Il ventre molle d’Italia (e d’Europa)

Negli ultimi anni, la Russia ha dimostrato una spregiudicatezza crescente, approfittando della sua capacità di operare nella cosiddetta “zona grigia” senza dichiarare guerra aperta. Crosetto avverte della difficoltà dei Paesi occidentali nel gestire tali situazioni, a causa di una visione binaria del conflitto e di una cultura strategica che privilegia la reazione. «Occorrono decisioni coraggiose – in primo luogo politiche, poi operative», afferma, evocando una maggiore coesione tra i Paesi europei come risposta a questa sfida. Raccomanda iniziative come un Centro europeo per il contrasto alla guerra ibrida e una strategia più attiva nelle aree geografiche strategiche, come i Balcani e il Sahel.

Gli hacker di Stato per la guerra 2.0

Il rapporto sottolinea che la prima difesa dell’Italia deve provenire dall’esercito. Crosetto propone lo sviluppo di «specifiche capacità militari nel dominio cyber e negli ambienti informativo e cognitivo», con l’obiettivo di costituire un arma cyber integrare civile e militare. Si prevede un significativo potenziamento degli organici, con un incremento fino a 10/15 mila unità dedicate ai settori cyber e nuove tecnologie. Tuttavia, si prevede inizialmente la creazione di una forza “anti-hacker di Stato” composta da 1.200–1.500 unità, garantendo così continuità d’azione 24 ore su 24, tutto l’anno. Crosetto conclude sostenendo che solo attraverso un approccio “proattivo” sarà possibile proteggere l’Italia e l’Europa dalle minacce delle “bombe ibride” che possono metterle in ginocchio.

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