Lite tra Giuli e il Corriere della Sera: il ministro denuncia censura dell’intervista

14.07.2025 14:55
Lite tra Giuli e il Corriere della Sera: il ministro denuncia censura dell'intervista

Il conflitto tra il titolare del Ministero della Cultura e il quotidiano Corriere della Sera si è intensificato attraverso scambi di comunicati stampa e commenti sui social. Il ministro Alessandro Giuli ha accusato il Corriere di aver omesso una sua intervista, che includeva risposta a un articolo di Ernesto Galli della Loggia, pubblicato sabato scorso. «Inizialmente», ha dichiarato Giuli in un post su Facebook, «il Corriere ha richiesto una replica a un editoriale critico sulla cultura di destra scritto da Galli della Loggia, poi hanno cambiato rotta optando per un’intervista completa, con la prima domanda dedicata proprio a Galli della Loggia. Tuttavia, poiché la mia risposta non è stata gradita, hanno scelto di non pubblicare l’intervista». Pertanto, Giuli ha deciso di condividerla sul suo canale Facebook, suscitando immediate controdeduzioni da parte del Corriere.

«Nessuna censura, ci ha negato l’intervista»

«Dieci giorni fa avevamo dichiarato il nostro interesse a intervistare il ministro riguardo ciò che accade nel ministero, ma ci è stata negata», ha replicato la direzione del Corriere all’Adnkronos. La nota prosegue: «Domenica scorsa, il ministro ha acconsentito a un’intervista, ma ha spostato il focus su un editoriale critico riguardo alla politica culturale del professor Galli della Loggia, dove ha risposto chiedendo le dimissioni dal suo incarico culturale, accompagnato da insulti. Al ministro era stata richiesta una lettera per rispondere alle critiche politiche del professor Galli. Non c’è stata censura. Lui ha rifiutato. Se dovesse cambiare idea, siamo disponibili a pubblicarla. Il resto è una polemica infondata e pretestuosa. Inoltre, nell’intervista si smentisce l’evidenza di quanto sta accadendo nel suo ministero.

L’editoriale di Galli della Loggia

Nell’intervento intitolato “Cultura, lo scatto della destra non c’è”, Galli della Loggia critica l’attuale situazione della cultura a destra, definendo il termine “amichettismo” inadeguato. «L’egemonia non consiste semplicemente nel sostituire i collaboratori degli oppositori con i propri», spiega l’editorialista. «Essendo la maggioranza di governo, la destra controlla la Rai, che è la più grande industria culturale del Paese. Oggi, tuttavia, la Rai sembra un deserto privo di idee, distante dalla vera cultura, se non attraverso alcuni programmi di nicchia. Invece, ci sono solo lotte furibonde per le posizioni di potere, da quella di direttore generale a quella di personale di supporto», afferma Galli della Loggia. «Un po’ di coraggio e ambizione sono stati dimostrati solo dal ministro Valditara, che si è impegnato in un’iniziativa per definire nuove indicazioni per la scuola italiana dell’obbligo. Lo ha fatto, come sempre in simili circostanze, con il supporto di alcuni docenti universitari, avventurandosi in un ambito che la sinistra considera un suo monopolio politico-culturale», senza mai menzionare Giuli, quasi fosse un fantasma, riporta Galli della Loggia.

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