L’Onu a Israele: “Lasci i territori palestinesi occupati entro un anno”. L’Italia si astiene

19.09.2024
L'Onu a Israele: "Lasci i territori palestinesi occupati entro un anno". L'Italia si astiene
L'Onu a Israele: "Lasci i territori palestinesi occupati entro un anno". L'Italia si astiene

Approvata dall’Assemblea Generale con la stragrande maggioranza dei voti, la risluzione che domanda la fine dell’occupazione entro “dodici mesi”. Ira di Tel Aviv: “Mossa che incoraggia il terrorismo”

Con 124 voti favorevoli, 14 contrari e 43 astensioni (tra cui quella italiana) l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha votato in maniera schiacciante per chiedere a Israele di lasciare entro un anno i territori palestinesi occupati. L’obiettivo della risoluzione, che non è vincolante ma ha un forte valore simbolico, era quello di fare eco al parere consultivo espresso a luglio dalla Corte Internazionale di Giustizia (Icj), secondo cui l’occupazione israeliana dei territori e degli insediamenti palestinesi è illegale e deve terminare. Oltre al nostro Paese tra i grandi astenuti troviamo Germania, Regno Unito e Polonia. Hanno invece votato contro Stati Uniti, Ungheria e Argentina.

Il contenuto e le reazioni

Il testo, il primo presentato dalla stessa delegazione palestinese sotto i nuovi diritti acquisiti quest’anno, chiede che “Israele ponga immediatamente fine alla sua presenza illecita nei territori palestinesi e che ciò avvenga entro e non oltre i 12 mesi dopo l’adozione di questa risoluzione”. Nel documento si chiede anche il ritiro delle forze israeliane dai territori palestinesi, la cessazione di nuovi insediamenti, la restituzione delle terre e delle proprietà sequestrate e la possibilità di ritorno dei palestinesi sfollati. “L’idea è che si vuole usare la pressione della comunità internazionale in Assemblea generale e la pressione della sentenza storica dalla Icj per costringere Israele a cambiare il suo comportamento”, ha detto l’ambasciatore palestinese Riyad Mansour.

Il disappunto di Israele, nonostante la non coercibilità del testo, non si è fatto attendere. “Il teatro politico che porta il nome di Assemblea Generale ha adottato oggi una decisione di parte che è fuori dalla realtà, incoraggia il terrorismo e danneggia le possibilità di pace, questo è l’aspetto del cinismo nella politica internazionale”, ha denunciato il portavoce del Ministero degli Esteri israeliano Oren Marmorstein su X.

La polemica in Italia

L’astensione di Roma sulla risoluzione che chiede lo stop dell’occupazione israeliana ha innescato polemiche in Italia. “L’Italia si astiene ancora una volta, all’Onu, su un voto per mettere fine all’occupazione israeliana dei territori palestinesi. Che vergogna! Continuiamo a girare la testa dall’altra parte di fronte a una occupazione illegale, allo stesso modo in cui rimaniamo indifferenti alla barbarie a Gaza, con il massacro di oltre 40mila civili”, ha scritto sui social il leader del M5s Giuseppe Conte. “Ci meritiamo un’altra Italia. Vogliamo un Paese in prima linea per l’embargo assoluto di armi a Israele e per le sanzioni contro i ministri israeliani per le ignobili politiche di occupazione della Cisgiordania. Invece assistiamo complici alla scrittura di una storia di orrore e ignavia”.

La frustrazione dei Paesi arabi

Durante i tre giorni di dibattito, l’inviato dell’Egitto, Osama Mahmoud Abdelkhalek Mahmoud, ha espresso la frustrazione degli Stati mediorientali per il fatto che Israele sia protetto dagli Stati Uniti dalle sentenze legali e politiche dei tribunali internazionali. Secondo l’ambasciatore l’occupazione israeliana “non sarebbe sostenibile” per Tel Aviv se i Paesi che rispettano il diritto internazionale e il parere legale della Corte di Giustizia internazionale decidessero di boicottare Israele e di porre fine alla cooperazione con il Paese.

“Porre fine all’occupazione e scoraggiare il comportamento ostile di Israele contro il popolo palestinese è una necessità urgente per mantenere la sicurezza internazionale e ciò che resta della stabilità regionale”, ha affermato. “Israele si è spinto troppo oltre, e la sua aggressione contro le stesse Nazioni Unite ha ucciso più di 220 membri dello staff dell’Onu, mentre continua ad adottare una legge che criminalizzerebbe l’agenzia di soccorso dell’Onu Unrwa e la considererebbe un’organizzazione terroristica”.

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