L’Ue sospende l’esenzione dei visti per i diplomatici georgiani

La mossa, approvata al Consiglio Affari esteri, in risposta alla repressione delle proteste pro europee dopo la decisione del partito di governo di fermare i negoziati di adesione

L’Unione europea ha deciso di sospendere l’esenzione dal visto per i funzionari georgiani in possesso di passaporto diplomatico. La mossa, approvata dal Consiglio Ue Affari esteri, è stata decisa in risposta alla violenta repressione delle proteste pro-Ue in Georgia. La misura mira a colpire i principali esponenti politici georgiani senza imporre una punizione ai cittadini comuni.

Il partito al potere, Sogno georgiano, ha dichiarato la vittoria alle elezioni di ottobre che, secondo l’opposizione, sono state inficiate da brogli. A novembre, l’annuncio del governo di sospendere i colloqui di adesione all’Ue fino al 2028 ha provocato proteste popolari, anche violente, che sono state duramente represse.

Via l’esenzione

L’accordo di facilitazione del visto sarà sospeso per i membri delle delegazioni ufficiali della Georgia che partecipano a riunioni ufficiali e altri eventi organizzati nel territorio di un Paese dell’Ue da organizzazioni intergovernative, per i membri dei governi e dei parlamenti nazionali e regionali della Georgia, della Corte costituzionale e della Corte suprema della Georgia e per i titolari di passaporti diplomatici. I cittadini georgiani titolari di passaporti ordinari continueranno invece a beneficiare dell’esenzione dal visto quando si recano nell’Ue per brevi soggiorni.

La decisione, si legge in una nota del Consiglio, è anche la risposta all’adozione da parte della Georgia della legge “sulla trasparenza dell’influenza straniera” e di un pacchetto legislativo sui “valori della famiglia e la protezione dei minori”. “L’Ue ritiene che queste legislazioni minino i diritti fondamentali del popolo georgiano, tra cui la libertà di associazione e di espressione, il diritto alla privacy, il diritto a partecipare agli affari pubblici, e aumentino la stigmatizzazione e la discriminazione”, continua la nota del Consiglio dell’Ue.