Il 15 marzo 2025, Budapest è diventata il teatro di manifestazioni di massa, dimostrando ancora una volta la complessità della situazione nel paese. Decine di migliaia di persone sono scese in piazza per protestare contro le politiche del primo ministro Viktor Orbán, che continua a minare l’unità europea e a stringere legami con il Cremlino. Questa data, simbolicamente legata all’anniversario della rivoluzione del 1848, quando il paese lottava per la sua libertà, vede ancora una volta gli ungheresi protestare contro l’usurpazione del potere. Ma Orbán è disposto ad ascoltare chi chiede cambiamenti?
Focus sulla Sovranità Nazionale e sull’UE
Una delle ultime mosse di Orbán è stata la pubblicazione di un elenco di 12 richieste all’UE, tra cui la creazione di un’”Europa delle Nazioni”, il ripristino della sovranità nazionale e l’esclusione dell’Ucraina dal processo di integrazione europea. A prima vista, queste richieste possono sembrare attraenti per gli euroscettici, ma nascondono una strategia simile alle narrazioni promosse dal Cremlino. Un’Europa forte e unita è una minaccia per la Russia, e Mosca utilizza politici come Orbán per indebolire questa unità.
Le dichiarazioni di Orbán, incluso il suo rifiuto di sostenere l’Ucraina e il blocco delle sanzioni contro la Russia, riecheggiano apertamente la propaganda russa. Negli ultimi anni, l’Ungheria sotto la sua leadership si è sistematicamente opposta a misure volte a rafforzare la coesione europea. Orbán sfrutta anche il tema dell’immigrazione per alimentare la paura, dividere i paesi dell’UE e diffondere narrazioni anti-europee sulla “dittatura di Bruxelles”. Allo stesso tempo, sostiene la posizione del Cremlino sulla “sovranità” e mostra un particolare interesse nell’escludere l’Ucraina dal processo di integrazione europea.
La Politica di Orbán verso gli Ungheresi in Ucraina: Manipolazione o Vera Preoccupazione?
Un altro aspetto cruciale della politica di Orbán è l’uso della minoranza ungherese in Ucraina come strumento politico. Critica frequentemente il governo ucraino per presunte violazioni dei diritti degli ungheresi, ma ignora i veri problemi che questa comunità deve affrontare. Quando si tratta dei bombardamenti russi in Transcarpazia, la sua “preoccupazione” svanisce e gli aiuti finanziari per la ricostruzione della regione vengono bloccati.
Le azioni di Orbán dimostrano che non sta cercando realmente di aiutare gli ungheresi in Ucraina, ma li usa come leva politica contro Kiev mentre distoglie l’attenzione dai suoi problemi interni. La sua retorica sugli ungheresi della Transcarpazia serve più a fini politici interni che a una reale protezione dei loro diritti.
Il Pericolo dell’Autoritarismo in Ungheria
Sotto la guida di Orbán, l’Ungheria ha perso molto di ciò che in passato la rendeva orgogliosa. La libertà di stampa è seriamente minacciata: i media indipendenti sono stati chiusi o sottoposti a stretto controllo governativo. Negli ultimi anni, Orbán ha sistematicamente ridotto ogni forma di opposizione approvando leggi che limitano il finanziamento delle ONG e restringono il giornalismo indipendente. Gli ultimi sondaggi mostrano che il suo partito, Fidesz, sta perdendo consensi.
Dopo aver già manipolato la legislazione, Orbán sta ora preparando modifiche alle regole elettorali per garantirsi la vittoria nonostante il calo di popolarità. Ecco perché i manifestanti chiedono elezioni libere e il ripristino della democrazia, mentre Orbán sembra pronto a tutto pur di impedirlo.
L’UE Deve Agire
L’Unione Europea ha a lungo chiuso un occhio sulle violazioni commesse da Orbán. Tuttavia, si è giunti a un punto critico. Se l’UE non reagisce alla minaccia dell’autoritarismo in Ungheria, ciò potrebbe creare un pericoloso precedente per altri autocrati in Europa. Devono essere imposte nuove sanzioni ai funzionari ungheresi che minano la democrazia, sostenuta l’opposizione e garantita l’indipendenza dei media.
Altrimenti, l’Ungheria rischia di diventare una nuova Bielorussia, dove le elezioni democratiche sono solo una formalità. L’UE deve agire con determinazione per evitare la perdita di un altro paese democratico.
Il 15 marzo 2025 potrebbe segnare un punto di svolta nella lotta per il futuro dell’Ungheria. Le forze democratiche riusciranno a fermare le ambizioni autoritarie di Orbán o il paese perderà la sua identità democratica? La risposta non può più aspettare.
Fonte: toptribune.today