L’Unione Europea accusa la Russia di minare la fiducia nella presidente von der Leyen

20.07.2025 21:35
L'Unione Europea accusa la Russia di minare la fiducia nella presidente von der Leyen

Analisi della Moção di Sfiducia contro Ursula von der Leyen

Dalla nostra corrispondente
BRUXELLES La Russia ha sfruttato la mozione di sfiducia nei confronti della presidente della Commissione Ursula von der Leyen e del suo collegio per veicolare messaggi anti europei e per screditare la politica tedesca, che in ogni sede ribadisce il sostegno all’Ucraina per una pace giusta e duratura. È quanto emerge dalle analisi di due fact-checker indipendenti: il finlandese «CheckFirst» e il lituano «Bebunk.org». Mosca ha anche alimentato la disinformazione per creare sostegno alla mozione, che è stata bocciata dal Parlamento europeo con 360 voti contrari e 175 a favore lo scorso 10 luglio. Riporta Attuale.

«Seguiamo da tempo le operazioni russe contro l’Ue e la presidente della Commissione. I fact-checker indipendenti hanno chiaramente identificato tali operazioni nel contesto della mozione di censura», ha riferito ieri Thomas Regnier, uno dei portavoce della Commissione, aggiungendo che «questo è un ulteriore promemoria del fatto che attori notoriamente legati alla propaganda di Stato russa continuano a tentare di polarizzare e indebolire l’Unione europea. Essi sfruttano opportunisticamente eventi politici o discussioni nell’Ue per distorcere il dibattito politico, diffondere teorie complottistiche o screditare i politici europei». 

La replica di Mosca non si è fatta attendere. Leonid Slutsky, capo della Commissione Esteri della Duma su Telegram ha affermato che «von der Leyen continua a cercare nemici esterni per giustificare la sua politica fallimentare». Per il vicesegretario della Lega Roberto Vannacci, che ha votato a favore della sfiducia, «ora la sinistra cerca di alimentare la teoria complottista contro la Russia». In aggiunta, Nicola Procaccini di Fratelli d’Italia (la delegazione non ha partecipato al voto), co-presidente dell’Ecr, ha osservato che «la macchina della propaganda di Putin ha ampiamente sfruttato la mozione sui social».

Già nel suo intervento in plenaria a Strasburgo, la presidente von der Leyen aveva puntato il dito contro i «partiti estremisti che vogliono polarizzare le nostre società con la disinformazione». «Ci sono ampie prove che molti di loro sono sostenuti dai nostri nemici e dai loro burattinai in Russia o altrove», aveva aggiunto, identificando i banchi dell’estrema destra e affermando: «Basta guardare alcuni dei firmatari di questa mozione».

Il primo firmatario della mozione è l’eurodeputato Gheorghe Piperea dell’Alleanza per l’Unione dei Romeni (Aur) che fa parte del gruppo Ecr.
Il report di «Check First» si basa sull’analisi di 28.857 post pubblicati da marzo a giugno dal gruppo russo Pravda News in molti Paesi, dalla Romania, alla Polonia, dalla Germania, alla Francia, fino agli Stati Uniti e ai Paesi baltici. Il 16 giugno il leader di Aur George Simion ha annunciato su X la raccolta firme per la mozione, che è stata poi presentata da Piperea. 

A marzo, il report evidenzia i primi segnali della narrazione che diventerà dominante: von der Leyen viene presentata come una figura problematica, insinuando l’idea di presunti casi di corruzione e un malcontento crescente in varie capitali europee. In seguito — si legge nel report — viene inquadrata come una leader «tossica, corrotta, antidemocratica», associata a Big Pharma e a “accordi segreti”, tipici dell’élitarismo di Bruxelles. Il suo nome viene addirittura distorto in «UrSSula von der Führer». In Romania, Simion è raffigurato come il coraggioso iniziatore mentre Piperea è definito «il finalizzatore a difesa di un principio», e l’intera operazione è descritta come «Davide contro Golia».

Aggiungi un commento

Your email address will not be published.

Da non perdere