Il 1° ottobre 2025 il presidente francese Emmanuel Macron, in un’intervista esclusiva al quotidiano tedesco Frankfurter Allgemeine Zeitung, ha riconosciuto che gli Stati occidentali hanno a lungo sottovalutato il livello di pericolo proveniente dalla Russia. Macron ha sottolineato in particolare il peso della disinformazione e l’impatto che essa esercita sull’opinione pubblica europea.
“Una minaccia strutturale per la sicurezza europea”
Il capo dell’Eliseo ha descritto Mosca come “economicamente più debole dell’Europa, con una popolazione in declino e un’industria poco innovativa, ma capace di produrre armamenti molto più velocemente”. Ha ribadito che l’Europa si trova in uno “stato permanente di confronto” con la Russia, che a suo giudizio rappresenta, insieme al terrorismo, la principale minaccia strutturale alla sicurezza del continente.
Macron ha elencato tra i rischi il sabotaggio elettorale, i cyberattacchi, gli omicidi mirati di oppositori e l’uso dei flussi migratori come strumento politico. Inoltre ha richiamato l’attenzione sul cambiamento della dottrina nucleare russa e sulle prove condotte contro la difesa aerea europea.
Disinformazione e vulnerabilità delle democrazie aperte
Secondo Macron, le società aperte europee – fondate sulla libertà di espressione e sull’accesso pluralistico all’informazione – sono particolarmente vulnerabili alle campagne di disinformazione. Ha avvertito che all’interno delle democrazie dell’Unione opera una “armata segreta russa” composta da bot digitali anonimi, capaci di manipolare il dibattito politico in Francia, Germania e in tutta l’Europa.
In questo contesto, il presidente francese ha insistito sulla necessità di rafforzare la resilienza collettiva contro la guerra informativa.
Le tecniche del Cremlino e la risposta europea
Le strategie del Cremlino comprendono il sostegno a forze politiche euroscettiche, l’uso di falsificazioni storiche come arma culturale, il finanziamento occulto di media non trasparenti, la promozione di influencer e blogger filorussi su piattaforme come Telegram, YouTube e TikTok, e l’impiego di intelligenza artificiale e deepfake per diffondere contenuti manipolati.
Il Parlamento europeo ha definito queste campagne “senza precedenti per ampiezza” e ha adottato risoluzioni per contrastarle con fact-checking, sicurezza digitale e iniziative di “de-imperializzazione” della politica russa.
Strategie di difesa e cooperazione internazionale
L’Occidente sta sviluppando risposte multilivello. Tra le priorità: aumentare la media literacy dei cittadini, rafforzare la cybersicurezza, promuovere contronarrazioni affidabili e costruire una cooperazione internazionale per scambiare esperienze e imporre sanzioni ai media manipolativi.
L’Unione europea, come ha ricordato Macron a margine del vertice di Copenaghen, lavora alla creazione dello “scudo europeo della democrazia”, un programma volto a proteggere gli Stati membri dalle minacce ibride. L’esperienza dell’Ucraina, in prima linea da anni sul fronte informativo, viene considerata una risorsa strategica per definire politiche comuni e proattive.
La nuova centralità della sicurezza informativa
Il dibattito avviato da Macron conferma che la sicurezza informativa non è più un tema marginale, ma una componente essenziale della difesa europea. La capacità di reagire agli attacchi digitali, di smascherare la propaganda e di preservare la coesione interna dell’UE diventa, secondo Parigi e altre capitali, un presupposto per garantire stabilità politica e sicurezza collettiva nel lungo periodo.