Maga divisa sull’intelligenza artificiale: tensioni tra Trump e i giganti tech

25.11.2025 22:55
Maga divisa sull'intelligenza artificiale: tensioni tra Trump e i giganti tech

Divisi nella Destra Maga su AI e Tecnologia

NEW YORK – La destra Maga di Donald Trump è segnata da divisioni interne riguardo alla regolamentazione dell’intelligenza artificiale (AI) e all’uso della tecnologia. Mentre il presidente tenta di minimizzare le fratture all’interno del suo movimento, deve affrontare crescenti malcontenti su come il suo sostegno ai piani d’investimento dei giganti tecnologici possa influenzare la base. La sfida è avvalorata da tensioni crescenti intorno alla regolamentazione che colpiscono il fronte conservatore e potrebbero indebolire la posizione degli Stati Uniti nella competizione con la Cina, riporta Attuale.

Attualmente, molti Stati dell’Unione stanno introducendo nuove leggi per limitare il potere delle aziende tech sui loro territori, spinti dalla necessità di proteggere la salute mentale dei giovani e salvaguardare posti di lavoro attraverso misure di freno all’automazione. Florida, Texas, Missouri e Utah si sono rivelati i più attivi in questa regolamentazione, mostrando una crescente diffidenza verso i giganti della tecnologia.

In luglio, Trump ha proposto una norma che avrebbe introdotto una moratoria di dieci anni sull’applicazione delle leggi statali in materia di AI, parte di una manovra inserita in una legge di bilancio. Sebbene sia passata in Camera, questa proposta è stata respinta dal Senato con un netto 99 a 1. Nonostante ciò, è tornato alla carica proponendo di inserire la moratoria nel Defense Bill, giustificando che un approccio frammentato ostacolerebbe lo sviluppo di un settore strategico.

Le critiche a Trump si intensificano da figure prominenti come il governatore della Florida Ron DeSantis e il senatore del Missouri Josh Hawley, oltre all’ex portavoce Sarah Huckabee Sanders, attualmente governatrice dell’Arkansas, che ha riunito una coalizione di 20 Stati contro il provvedimento richiesto dall’ex presidente. Steve Bannon avverte che, se la situazione non cambia, le elezioni del 2026 e le presidenziali del 2028 potrebbero andare perse per la destra.

Queste tensioni non sono solo interne, ma evidenziano uno scontro fra la nostalgia per un conservatorismo tradizionale e le innovazioni tecnologiche promosse dai leader di big tech, creando così un conflitto fondamentale sulla direzione futura del movimento conservatore in America.

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