Manovra 2026: Livolsi avverte sul rischio di coperta corta tra rigore e mancanza di sviluppo

29.10.2025 11:35
Manovra 2026: Livolsi avverte sul rischio di coperta corta tra rigore e mancanza di sviluppo

La legge di Bilancio 2026: un’analisi di Ubaldo Livolsi

ROMA – La legge di Bilancio 2026, attualmente in fase di definizione, mostra chiaramente il rischio di una coperta corta: se si concentra da una parte, inevitabilmente si scopre dall’altra. Mentre l’approccio mira a garantire la stabilità finanziaria, lascia scoperto il settore dello sviluppo, riporta Attuale.

LIVOLSI: EMERGE IL QUADRO DI UNA POLITICA ECONOMICA PRUDENTE

Secondo Livolsi, senza approfondire i vari aspetti discussi — comprese le misure relative al settore bancario e la tassazione degli affitti brevi — si manifesta un approccio prudente nella politica economica, volto a mantenere l’equilibrio delle finanze pubbliche in un contesto di rallentamento economico. La manovra per il prossimo anno, che vale 18,7 miliardi di euro, presenta margini ridotti per rispettare i nuovi vincoli stabiliti dal Patto di stabilità europeo. Le nuove regole, attive a partire dal bilancio 2025, richiedono piani di rientro pluriennali per i Paesi con debito superiore al 60% del Pil. L’obiettivo è ridurre il deficit dal 4,3% del Pil nel 2025 al 3% nel 2026 secondo l’OCSE, mantenendo un debito pubblico stabile attorno al 137% del prodotto interno lordo, secondo l’Ufficio parlamentare di bilancio di giugno 2025. Questo traguardo è ritenuto essenziale per la credibilità finanziaria, ma potrebbe tramutarsi in una gabbia.

LIVOLSI: LA PRODUTTIVITÀ DEL LAVORO RIMANE STAGNANTE

“La crescita italiana – continua Livolsi – resta tendenzialmente bassa: il Fondo Monetario Internazionale prevede un aumento del Pil dello 0,5% nel 2025 e dello 0,8% nel 2026. La produttività del lavoro permane stagnante e la macchina amministrativa continua a gravare pesantemente, con norme sovrapposte e ambiti di potere intrecciati. Ridurre il costo dello Stato non implica solo una diminuzione della spesa, ma richiede una razionalizzazione dei modelli organizzativi e delle competenze.”

LIVOLSI: LA VERA SFIDA NON È ‘TAGLIARE’, MA LIBERARE ENERGIE

“A livello europeo, la revisione del Pnrr, approvata nel 2024 e attualmente in fase di attuazione, ha riallocato parte delle risorse su voci di spesa ordinaria. Questa decisione, concordata con Bruxelles, migliora i conti pubblici ma riduce i finanziamenti per nuovi investimenti produttivi. Secondo il Centro Studi di Confindustria, il Piano ha sostenuto il Pil di circa +0,8% nel 2025 e +0,6% nel 2026, per un effetto cumulato di +1,4 punti in due anni. Con la cessazione di questo impulso, la crescita rischia di subire un ulteriore rallentamento, aggravato da un’alta pressione fiscale (42,6% del Pil nel 2024, Istat) e da una domanda interna debole. La vera sfida non consiste “nel ‘tagliare’, ma nel liberare energie” attraverso investimenti in formazione tecnica e digitale, il rafforzamento delle istituzioni locali e l’adozione di procedure agili. La prudenza contabile rimane un valore – conclude Livolsi – ma senza una chiara visione di sviluppo rischia di trasformarsi in inerzia.

Aggiungi un commento

Your email address will not be published.

Da non perdere