Maxi corteo a Tel Aviv: 350 mila cittadini contro Netanyahu, mentre lui cena con i coloni

26.08.2025 23:35
Maxi corteo a Tel Aviv: 350 mila cittadini contro Netanyahu, mentre lui cena con i coloni

Israele, manifestazioni su scala nazionale per chiedere il rilascio degli ostaggi

Il Consiglio di Sicurezza ha svolto una riunione di breve durata a Gerusalemme poiché il primo ministro Benjamin Netanyahu e altri membri del governo erano attesi a un banchetto organizzato da leader dei coloni in Cisgiordania. Durante l’incontro, non sono stati discussi accordi o tregue per riportare a casa i 50 ostaggi ancora tenuti a Gaza, di cui solo venti si sarebbero trovati in vita. Questo scenario genera angoscia e preoccupazione, riporta Attuale.

I familiari degli ostaggi hanno mobilitato ieri oltre 350 mila israeliani nelle strade. Le manifestazioni hanno incluso blocchi stradali e pneumatici in fiamme, mentre il fumo nero avvolgeva le autostrade. La tensione sentimentale si fa sentire dopo 690 giorni di conflitto e attesa. I manifestanti chiedono di non dimenticare i propri cari, esprimendo la loro richiesta in modi simbolici ma toccanti.

Gadi Eisenkot, ex membro del governo e padre di un soldato ucciso, ha parlato della mancanza di urgenza da parte del primo ministro nel porre fine al conflitto. Presso la “piazza degli ostaggi” a Tel Aviv, è stata allestita una mostra con autoritratti di ostaggi rilasciati durante i precedenti cessate il fuoco. Le immagini rappresentano i vissuti di cattività e libertà, creando un impatto emotivo sui partecipanti, che sono invitati a scrivere le loro speranze e richieste su bigliettini da lasciarvi.

Lo slogan “Tutti liberi adesso” risuona fortemente tra il pubblico. Sharon Cunio, madre di un prigioniero, racconta la sua angoscia e il timore per il ritorno del marito, riflettendo la preoccupazione di molti genitori. Altri, come Yael Adar, che ha perso il figlio, esprimono la loro frustrazione al governo, chiedendo ascolto alle voci della nazione. Nonostante ciò, Netanyahu e i suoi ministri continuano a criticare i manifestanti, definendoli “facilitatori di Hamas” e “sinistrorsi disfattisti”.

Un gruppo di intellettuali ha anche firmato una lettera pubblica per chiedere la fine delle violenze a Gaza, ma sono stati esclusi da eventi pubblici in diverse municipalità governate dalla destra, evidenziando un clima di repressione delle opinioni divergenti. Tra loro ci sono figure note come lo scrittore Etgar Keret e la regista Shira.

Fania Oz-Salzberger, attivista e figlia del noto romanziere pacifista Amos Oz, ha osservato che un numero crescente di israeliani si sta opponendo a questa guerra “non in mio nome”, sottolineando la necessità di un cambiamento di rotta da parte del governo e la richiesta di una maggiore attenzione internazionale verso la situazione in Israele e Gaza.

1 Comments

  1. Incredibile come ci si possa distrarre da una questione così seria… 350 mila persone in piazza e il governo continua a mangiare come se nulla fosse. La vita di 50 ostaggi in gioco e nessuna urgenza apparente! Ma davvero, cosa deve succedere perché si agisca?

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