I conservatori ottengono la presidenza di tre commissioni di rilievo e varie vicepresidenze, grazie ai voti segreti del centrodestra. Restano esclusi i Patrioti di Orban e Vannacci
Agricoltura, Bilancio e Petizioni. Sono queste le tre presidenze (su 20) ottenute dal gruppo dei Riformisti e conservatori di Giorgia Meloni nelle commissioni del Parlamento europeo. Anche se Fratelli d’Italia non ha piazzato nessuno dei suoi eletti alla carica più alta, ha fatto incetta di vicepresidenze. Il portavoce di Fratelli d’Italia a Bruxelles, Nicola Procaccini, ha festeggiato la giornata come una vittoria senza precedenti. Il suo grazie è rivolto al centrodestra del Partito popolare europeo, che ha sostenuto le loro candidature sfruttando lo scrutinio segreto. La maggioranza “Ursula 2.0” mostra così sin da subito il suo doppio volto.
Ufficialmente governano popolari, socialisti e liberali, con l’appoggio esterno dei Verdi. Di fatto il Ppe di Mandred Weber e Antonio Tajani punta a piazzare alcune riforme col supporto dell’ultradestra meloniana, sempre meno isolata a Bruxelles. Le cariche del potere europeo continuano a restare precluse invece ai Patrioti per l’Europa di Viktor Orban e Marine Le Pen e all’Europa delle Nazioni Sovrane (Ens). Nessuna nomina per i due nuovi gruppi di estrema destra, pur contando su qualche eurodeputato in più rispetto ai conservatori. Oltre alle questioni relative all’autoritarismo e allo stato di diritto, pesa soprattutto il rapporto ambiguo con Russia e Cina, come dimostrato dal ‘tour della pace’ del presidente ungherese. Per loro il cordone sanitario resta in piedi, ma quanto durerà?
Il “tatuaggio” di Procaccini
“Oggi al Parlamento europeo abbiamo votato per l’elezione dei presidenti e dei vicepresidenti delle commissioni. La sinistra rossa e verde ha tentato 13 volte di contrastare i nostri candidati. A volte con un solo voto, a volte con un margine maggiore: hanno perso 13 volte”, ha scritto su X Nicola Procaccini, portavoce di Fratelli d’Italia in Europa. “Ringrazio tutti i colleghi del centrodestra per averci sostenuto e auguro il meglio ai nostri 13 eletti. Vado a farmi tatuare il numero 13”, ha aggiunto l’esponente di Fdi. Le tre presidenze ottenute dai conservatori sono quella al Bilancio, dove è stato eletto il belga Johan Van Overtveldt (Nieuw-Vlaamse Alliantie).
La ceca Veronika Vrecionová è stata eletta all’Agricoltura. Infine il polacco Bogdan Rzońca è il nuovo presidente della commissione Petizioni. Quest’ultima non va sottovalutata, visto che da qui passano le proposte di legge basate su iniziative della cittadinanza europea. Ricordiamo ad esempio la petizione sul divieto delle gabbie per i volatili negli allevamenti intensivi e quella di tutela delle api che aveva spinto ad una revisione sul regolamento dei pesticidi (poi seppellito da von der Leyen).
Le cariche per Fratelli d’Italia
Gli italiani di Fratelli d’Italia (Ecr) che hanno ottenuto incarichi di vicepresidenza sono Alberico Gambino (Commissione per gli affari esteri e Sottocommissione per la sicurezza e la difesa); Pietro Fiocchi (Ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare), Elena Donazzan (Industria, ricerca ed energia), Francesco Ventola (Sviluppo regionale), Milazzo (Pesca) e Mario Mantovani (commissione Giuridica). Un bottino non indifferente, se sommato alle due vicepresidenze del Parlamento durante la plenaria della scorsa settimana, di cui una all’italiana Sberna. Nella precedente legislatura, i conservatori avevano avuto solo un vicepresidente e presieduto la commissione Bilancio.
Puniti i Patrioti di Orban
Il gruppo Ecr fa così ulteriori passi fuori dal “cordone sanitario”, che seppur solo parzialmente gli era stato stretto intorno, in particolare a causa della presenza tra le sue fila del partito polacco Diritto e Giustizia, che in questo mandato è passato invece ai Patrioti di Bardella e Vannacci. Il gruppo politico fondato da Orban ha protestato, contestando questo metodo che li esclude nonostante gli 84 seggi conquistati alle ultime Europee. Dopo il colpo assestato dall’Alto diplomatico Ue Josep Borrell, che ha scippato a Budapest un importante vertice dei ministri degli Esteri, anche i gruppi parlamentari hanno deciso di bacchettare Orban e i partiti di estrema destra riunitisi intorno a lui.
La Meloni guadagna credito in Europa
Dall’elezioni delle cariche esce premiata invece Giorgia Meloni, che dei conservatori è la presidente. La premier almeno in Europa ha investito in questi due anni per accreditarsi come moderata. Ursula von der Leyen non l’ha inclusa nei negoziati per i top jobs, né ufficialmente nella sua maggioranza, ma la presidente del Consiglio italiana ha ormai piazzato le sue pedine nei nuclei di potere delle istituzioni europee e i suoi conservatori potrebbero essere decisivi su alcuni dossier (agricoltura, difesa e migrazioni in primo luogo).
Le polemiche intorno ai seggi piazzati da Ecr non sono mancate. I Verdi hanno protestato per l’elezione come vicepresidente alle Libertà civili della svedese Charlie Weimers, accusata di razzismo. Decisivi per le elezioni dei conservatori alle commissioni sono stati i voti a scrutinio segreto, un metodo che li ha ripagati dei loro sforzi. I deputati popolari, potendo votare liberamente ed evitando il controllo pubblico, li hanno sostenuti. Con buona pace della maggioranza ufficiale voluta da von der Leyen.