Meloni: “Violenze indegne”. La condanna del centrodestra dopo gli incidenti a Milano

22.09.2025 23:35
Meloni: “Violenze indegne”. La condanna del centrodestra dopo gli incidenti a Milano

Tensioni in Italia dopo gli incidenti alle manifestazioni pro-Gaza

Roma, 22 settembre 2025 – Dopo una settimana segnata dalle tensioni e dall’omicidio Kirk, gli incidenti scoppiati durante le manifestazioni pro-Gaza, in particolare i danneggiamenti alla stazione di Milano e gli scontri con la polizia, offrono a governo e maggioranza un’occasione per rilanciare la propaganda contro la violenza di sinistra. Ma non è detto che il caso resti solo “politico”: “Quelli che hanno assaltato stazioni e porti vogliono lo scontro sociale. Impediremo si ripeta. Chiederemo una cauzione a chi organizza cortei e manifestazioni. In caso di danni, pagheranno di tasca loro”, avverte infatti all’ora di cena Matteo Salvini. Non basta: il pacchetto sicurezza, ricorda il sottosegretario all’interno Nicola Molteni dopo aver espresso “solidarietà e vicinanza alle decine di poliziotti feriti”, dà ai magistrati gli strumenti per rispondere a quanto accaduto ieri, riporta Attuale.

Se la Lega spinge per un giro di vite, il resto del centrodestra non si lascia sfuggire l’occasione per stigmatizzare le violenze. Prima di partire per New York, Giorgia Meloni riversa sui social la sua ira: “Indegne le immagini che arrivano da Milano. Violenze e distruzioni che nulla hanno a che vedere con la solidarietà e che non cambieranno di una virgola la vita delle persone a Gaza, ma avranno conseguenze concrete per i cittadini italiani”. Sulla stessa lunghezza d’onda il ministro degli Esteri, Antonio Tajani: “Quello che è accaduto è inaccettabile, e certo non aiuta la popolazione palestinese”. Non è da meno il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi: “A Milano c’è stata una deliberata violenta azione di attacco verso le forze di polizia”. In verità, il coro nel centrodestra è unanime, a partire dai presidenti delle Camere: Ignazio La Russa parla di “delinquenti che si professano pacifisti”, per Lorenzo Fontana “la violenza offusca le motivazioni di ogni manifestazione”, fino al governatore lombardo Attilio Fontana, direttamente interessato dagli eventi: “Guerriglia e violenza non sono gli strumenti migliori per far sentire la propria voce”.

La soddisfazione della destra è inversamente proporzionale all’imbarazzo della sinistra. E naturalmente Giorgia e gli alleati girano il coltello nella ferita aperta “invitando gentilmente” gli organizzatori della manifestazione e la sinistra tutta a “condannare quanto accaduto con parole chiare”, per dirla proprio con la premier. Da questo fronte, i leader di Avs, Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli, difendono apertamente i manifestanti: “Continueremo in Parlamento e nel Paese a batterci al fianco della maggioranza delle cittadine e dei cittadini italiani. Dalla parte giusta della storia”. Elly Schlein, invece, fa sapere di “non aver difficoltà a condannare la devastazione della stazione di Milano e il ferimento degli agenti”, però rilancia: “Stiamo ancora aspettando che Meloni condanni i crimini di Netanyahu”. Stessa posizione assume Giuseppe Conte mentre qualche distinguo arriva da Matteo Renzi: “Chi ha seminato paura e distruzione non è un manifestante: è un teppista”.

In parte è certamente comodo parlare d’altro, in parte è vero che il tema centrale della giornata era – in partenza – la posizione del governo sul riconoscimento dello Stato di Palestina più degli incidenti. Per questo l’intera opposizione reclama che se ne parli in Aula e così sarà il prossimo 2 ottobre. Solo che Giorgia non ha nessuna intenzione di esporsi personalmente. Di fronte ai parlamentari andrà il ministro degli Esteri. La minoranza la prende come una clamorosa offesa: “In Italia viviamo una vera anomalia democratica, con la presidente del Consiglio Meloni che continua a sottrarsi al dibattito parlamentare”, dicono i capigruppo alla Camera di Pd, M5s, Avs.

A conti fatti, tutto si è snodato secondo un copione già visto. Eccezione fatta per un particolare, significativo: si sono svolte le prime manifestazioni turbolente dopo il varo del pacchetto sicurezza, esaltato dalla premier anche nei giorni scorsi. Che cosa succederà alla prova dei fatti? Lo scopriremo presto.

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