Migranti, il premier albanese Rama furioso con la Rai: ecco cosa c’è dietro il patto tra Roma e Tirana

24.04.2024
Migranti, il premier albanese Rama furioso con la Rai: ecco cosa c’è dietro il patto tra Roma e Tirana
Migranti, il premier albanese Rama furioso con la Rai: ecco cosa c’è dietro il patto tra Roma e Tirana

Su X il leader si scaglia contro Report contestando in particolare la narrazione dell’accordo tra l’Italia e il suo Paese

L’inchiesta del programma «Report» è «un ulteriore passo falso di Rai Tre il cui conduttore clamorosamente persevera con le stesse falsità già contenute nella schifosa puntata sull’Albania».

È un Edi Rama furioso quello che su X si scaglia contro la trasmissione di Sigfrido Ranucci. Il premier albanese contesta in toto la puntata sui migranti e, in particolare, la narrazione dell’accordo tra l’Italia e il suo Paese che «potrebbe arrivare a costare circa 1 miliardo di euro, senza risolvere alcun problema», secondo il programma televisivo. Report, dal canto suo, ha fatto i conti sull’operazione Albania e ha scoperto quelle che ritiene essere «una lunga serie di incongruenze».

Dalle carte consultate dal programma di Rai Tre emerge che a fronte dei 36 mila migranti prospettati dalla Meloni, i 2 centri di accoglienza albanesi arriveranno ad ospitare al massimo 2 mila e 822 migranti, considerato che la capienza massima è di meno di mille persone. E i costi sono già fuori controllo: la costruzione dei due centri è passata da 35 milioni a 65 e rischiano di crescere ulteriormente visto che il termine dei lavori è stato già prorogato da maggio ad aprile. Costi che, come emerge dai documenti consultati da Report saranno coperti con pesanti tagli al ministero dell’Università, dell’Ambiente e della Salute.

Una parte dei soldi destinati in Albania, come rivela il programma di Rai Tre, con documenti e interviste esclusive, potrebbe finire a ingrossare i conti di Francesco Becchetti, controverso imprenditore nipote del Ras delle discariche Manlio Cerroni, fondatore di Agon Channel. L’Albania è stata condannata a pagare 135 milioni di euro di risarcimento all’uomo di affari italiano, ma non ha nessuna intenzione di pagare. E quindi ha deciso di pignorare preventivamente una parte dei fondi destinati al governo di Tirana.

Ma il programma condotto da Sigfrido Ranucci – il conduttore è stato minacciato, in passato, per delle inchieste sul narcotraffico -, non si limita a questo. I giornalisti svelano, inoltre, l’identità dell’uomo chiave dell’accordo tra Italia e Albania: Enjell Agaci, segretario di Rama, e avvocato dei principali esponenti della mafia albanese in Italia. Proprio su Agaci si concentra la replica via X di Rama. Nella puntata – contesta il premier albanese «si è raccontato al pubblico di Report che il Segretario Agaci si è rifiutato rispondere» ed è una “clamorosa menzogna” mentre “come mostrano i fatti il giornalista aveva ottenuto tutte le risposte, per iscritto e nelle tempistiche da lui richieste».

«Se per questo programma del Servizio Pubblico un avvocato penalista di uno Stato di diritto, che di regola non vive difendendo santi ma difendendo supposti criminali o condannati, deve essere aggredito come fosse egli stesso criminale, allora per trovare una logica è inevitabile andare indietro ai tempi in cui in Albania la figura dell’avvocato difensore veniva seppellita dal regime sanguinario comunista come fossero lebbrosi nel Medioevo», aggiunge. «Il conduttore afferma – prosegue Rama -, come se avesse fatto una scoperta mozzafiato, che Agaci ha confermato di aver contribuito ‘da quando è diventato consulente giuridico di Rama, alla realizzazione del protocollo sui migranti tra Italia e Albania’, peccando anche un pò di grossolana logica, poiché il Segretario generale del Consiglio dei ministri non è il mio consulente giuridico, ma ricopre la più importante carica istituzionale nell’Amministrazione pubblica sin dal 2013 mentre il protocollo è del 2023.

Per rispetto del Servizio Pubblico, e anche per un obbligo verso la dignità degli autori di questa sbagliatissima puntata di Report, provo per il momento a credere che comunque tutto questo accanimento fosse al fine ultimo di attaccare Giorgia Meloni a spese dell’Albania e che non sia stato un peccato fatto in malafede verso il mio Paese» e che «anche le calunnie (…) che hanno coinvolgo anche mio fratello e contro le quali lui aveva già sporto querela siano avvenute solo come frutto di una insostenibile leggerezza dell’essere che sempre più spesso nei tempi odierni travolge sciaguratamente il potere nobile dell’informazione e trasforma il mondo del diritto della libera d’informazione in un mondo di oppressione delle liberta e dei diritti umani», conclude Rama.

Fonte: LaStampa

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