Milano, inchiesta su molestie di gruppo in piazza Duomo rischia di chiudersi senza colpevoli

10.12.2025 14:05
Milano, inchiesta su molestie di gruppo in piazza Duomo rischia di chiudersi senza colpevoli

Milano, 10 dicembre 2025 – A quasi un anno dagli episodi di molestie di gruppo in piazza Duomo a Milano, durante la notte di San Silvestro, l’inchiesta si avvia verso la richiesta di archiviazione. Stando a quanto emerge da fonti della procura, le prove raccolte nel corso delle indagini non sono state sufficienti a integrare il quadro dello stupro di gruppo. In particolare, le immagini delle telecamere non hanno ripreso i volti e nemmeno il lavoro della AI ha aiutato a ricostruire la dinamica e a dare una identità ai presunti stupratori di gruppo. Dunque, nessuno è riconoscibile. Ma c’è di più: nessuna delle presunte vittime ha formalizzato una denuncia. Insomma, tutta l’indagine rischia di finire con un nulla di fatto, riporta Attuale.

Decine di giovani stranieri, le aggressioni di massa e il fenomeno della taharrush gamea

Lo scorso anno, durante i festeggiamenti della notte di San Silvestro all’ombra della Madonnina, si erano verificati diversi episodi di aggressioni di gruppo da parte di decine di giovani stranieri. Episodi riconducibili al fenomeno della taharrush gamea, un’espressione della lingua araba usata per indicare un’aggressione sessuale di massa, in segno di disprezzo per le donne. La Procura stava indagando su almeno sette casi certi, tra cui pure quello di una coppia di inglesi, una studentessa belga, la prima a parlare coi media, che lo ha fatto anche a nome di 5 amici e di un’avvocata lombarda, oltre alla ragazza emiliana e il suo fidanzato.

“Sono stata accerchiata, poi ho sentito le mani di alcuni uomini, mi hanno toccato per alcuni minuti prima che il mio compagno riuscisse a strapparmi, con molta fatica, da quel corridoio umano”. Queste le parole pronunciate, tra le lacrime, dalla ventenne di Reggio Emilia. Mentre la ragazza belga, dopo l’accaduto, aveva avuto bisogno di chiedere assistenza psicologica all’ospedale universitario di Liegi.

Le indagini con l’Intelligenza Artificiale per dare un volto ai giovani

L’uso dell’intelligenza artificiale era stato previsto per andare in soccorso alle indagini della Squadra mobile e della procura. Gli investigatori hanno cercato di ricostruire un contorno più definito delle persone indicate dalle vittime come appartenenti a un gruppo di possibili autori del reato. Purtroppo, però, neppure l’uso della tecnologia ha permesso di dare un volto ai presunti colpevoli. Eppure, come aveva detto a caldo la pm Letizia Mannella, i filmati erano tanti, essendoci telecamere in tutti i punti in cui si sarebbe consumata l’aggressione.

Il precedente nella notte tra il 2021 e il 2022

Anche quattro anni fa si erano verificate violenze la notte di Capodanno. Un gruppo di persone si rese responsabile di diverse aggressioni. Anche allora, all’inizio si trattava di fatti dai contorni poco chiari, ma l’inchiesta – in quel caso – era finita poi con la condanna a cinque anni e tre anni di quattro autori della violenza.

All’epoca nove ragazze furono stuprate proprio in piazza Duomo da una trentina di giovani stranieri. Si parlò anche quel caso di taharrush gamea. La pratica è stata documentata per la prima volta in Egitto nel 2005, quando fu utilizzata dalle forze dell’ordine come strumento di repressione contro le donne che protestavano al Cairo a piazza Tahrir.

Approccio gentile che si fa invadente per distrarre la vittima, poi un “muro“ di uomini che danno le spalle alla ragazza per nascondere l’assalto del branco che diventa violenza sessuale quando la trentina di uomini spintonano, palpeggiano, strappano i vestiti e graffiano, lasciando la vittima nuda e sanguinante, sull’asfalto. Ecco il metodo che utilizzarono i ragazzi, ritenuti a vario titolo autori dello stupro di gruppo che si consumò in piazza Duomo. Ci furono 18 perquisizioni, quattro arresti e altrettante condanne a vario titolo da tre anni e dieci mesi a cinque anni e dieci mesi. Quella notte gli autori dell’aggressione sessuale così brutale rapinarono anche le vittime di borsa e cellulare, per poi postare sui social una foto di loro dopo quella che ritenevano “una bravata da ragazzi”. Così, con i selfie, consegnarono la loro identità alla polizia che li andò a prendere a casa dopo poche ore. Tutti ragazzi “difficili“ della periferie Milanese che avevano imitato per noia i fatti successi a Colonia, in Germania, nel 2016.

Aggiungi un commento

Your email address will not be published.

Da non perdere