Un primo bilancio sul conflitto Iran-Israele-Usa considera il fatto che le parti coinvolte mirano a mantenere segreti informazioni strategiche, minimizzando debolezze e fallimenti. Attualmente è in atto una tregua, ma la sfida rimane aperta, riporta Attuale.
I missili
Il numero di missili lanciati dall’Iran varia secondo le fonti: si stima tra 533 e 550. Israele ha confermato almeno 31 impatti. Le ondate di attacchi sono state circa una ventina in dodici giorni, con un picco massimo di 162 all’inizio delle ostilità e un minimo di 12.
Circa mille droni-kamikaze (o esche) sono stati impiegati, di cui apparentemente solo uno ha raggiunto il bersaglio. 500 sono stati abbattuti dalle forze di difesa israeliane, mentre il resto potrebbe essere stato distrutto da alleati o perso prima di arrivare a destinazione.
Israele sostiene di aver distrutto 250 lanciatori di missili, il che lascia ai pasdaran circa un centinaio insieme a 1-1500 vettori di vario tipo. Tuttavia, i pasdaran potrebbero nascondere un numero non noto di armamenti. Le conseguenze per il vasto network industriale che supporta lo sforzo bellico sono significative, considerando che è diventato obiettivo di attacchi (fabbriche di missili, motori e droni).
Lo scudo
Una ricerca di Arms Control Wonk ha redatto una tabella non definitiva sull’efficacia delle difese. Gli esperti confermano un tasso di successo dell’89-90 percento, in linea con il precedente scontro. I risultati sono distribuiti come segue: 34 missili fermati dall’Arrow 3, 9 dall’Arrow 2 e 39 dal Thaad. È possibile che anche il sistema Iron Dome e i dispositivi statunitensi in Medio Oriente e Mediterraneo orientale abbiano contribuito a questa cifra.
Secondo lo stesso Istituto, è stato calcolato il costo delle spese, tenendo conto che per ogni missile in arrivo è probabile che siano stati utilizzati uno o più intercettori. Si stima che il costo unitario di un Thaad sia di 12.7 milioni di dollari, mentre per i 34 Arrow si ipotizza un costo totale di circa 100 milioni. In generale, il conto complessivo si avvicina a un miliardo di dollari.
I ricercatori avvertono che le riserve di Israele si stanno esaurendo, ma è complesso stabilire quando ciò accadrà, poiché dipende anche dalla frequenza di lancio dell’avversario.
I raid
L’aeronautica israeliana ha effettuato mille attacchi, con 600 rifornimenti in volo e un’ottantina di batterie anti-aeree distrutte. Le regioni occidentali e centrali hanno subito i maggiori attacchi, inclusa la capitale. Durante l’incursione Martello di Mezzanotte, il Pentagono ha impiegato sette bombardieri B-2, 14 bombe GBU 57 e 125 velivoli, includendo mezzi di rifornimento, ricognizione, spionaggio e scorta. L’impegno degli Stati Uniti è molto più ampio, includendo due portaerei, navi, basi e postazioni radar dal Mediterraneo al Golfo, con un totale di 40 mila uomini.
Target
Durante gli attacchi, sono stati segnalati circa trenta alti ufficiali iraniani uccisi, molti dei quali facenti parte della gerarchia dei pasdaran. Inoltre, quindici scienziati, implicati nello sviluppo del programma nucleare, sono stati eliminati. Questi obiettivi sono stati raggiunti per lo più dagli attacchi aerei o da droni, con un numero non specificato di azioni condotte da agenti del Mossad. Mercoledì, il direttore dell’intelligence David Barnea ha confermato l’intervento dei suoi uomini anche nella distruzione di impianti nucleari e missilistici, mentre il Capo di Stato Maggiore Eyal Zamir ha rivelato che membri delle forze speciali hanno operato in territorio nemico.
Il regime iraniano ha risposto con retate contro presunti collaboratori di Israele, e si stima che 700 persone siano state incarcerate. Sono stati registrati sei impiccagioni di condannati per spionaggio, molti dei quali arrestati prima dell’inizio del conflitto. D’altro canto, il Shin Bet ha annunciato l’arresto di tre israeliani assoldati dai pasdaran.
Nucleare
I tre principali siti del programma nucleare sono stati colpiti in più fasi. I danni apparecchiano gravi per Natanz e Isfahan, mentre sono in attesa di verifiche riguardo l’attacco al bunker di Fordow. Ulteriori raid hanno coinvolto anche centri di minore rilevanza ma comunque significativi. Si è aperto un secondo fronte, riguardante l’impatto totale.
Le stime variano:
1) I danni sono considerevoli, il programma nucleare sarà ritardato significativamente. Israele prevede un rallentamento di almeno due anni. Fordow non è più operativo.
2) Secondo alcuni ambienti dell’intelligence Usa, ci sarà un rallentamento di pochi mesi, un’opinione contestata dal direttore della Cia, che ha affermato che gli impianti sono stati devastati.
3) Teheran ha confermato i gravi danni ma ha ribadito che ripartirà, eventualmente dai 400 chilogrammi di uranio arricchito messi in sicurezza.
4) L’AIEA ha richiesto tempo per effettuare un’analisi più approfondita.
L’analisi è complessa, soprattutto per Fordow, visto che è “nascosto” all’interno di un tunnel. Inoltre, è in corso uno scontro all’interno dell’establishment statunitense, con posizioni divergenti e interpretazioni non unitarie da parte degli esperti, il tutto in un contesto di confusione bellica.
Vittime
Secondo il Ministero della Sanità iraniano, i morti ammontano a 627 e i feriti a 4870. L’associazione per i diritti umani, HRANA, ha invece riportato 1054 decessi (comprendendo 138 militari). Israele ha confermato 28 israeliani deceduti, con altri tremila fer