Morte di Alex Marangon: quattro indagati per il rito sciamanico a Vidor

01.10.2025 17:45
Morte di Alex Marangon: quattro indagati per il rito sciamanico a Vidor

Quattro persone sono sotto inchiesta per la morte di Alex Marangon, accusate di aver causato la sua morte come conseguenza di altro reato. Il 25enne di Marcon (Venezia) è deceduto tra il 29 e il 30 giugno dello scorso anno a Vidor (Treviso), nella tragica notte all’ex abbazia di Santa Bona, in circostanze ancora poco chiare, durante un rito sciamanico, riporta Attuale.

Chi sono gli indagati

Tra gli indagati figurano gli organizzatori dell’evento, Andrea Zuin e Tatiana Marchetto, e due “curanderos” colombiani, Jhonni Benavides e Sebastian Castillo, accusati di aver condotto la liturgia pagana nella quale sarebbero state somministrate sostanze allucinogene vietate in Italia, in particolare ayahuasca.

Le droghe e il tuffo dal terrapieno nel fiume Piave

L’inchiesta si concentra sull’ipotesi di un atto autolesionistico involontario da parte di Marangon. Il barman 25enne, in stato confusionale dopo aver assunto anche cocaina, si sarebbe lanciato da un terrapieno, con un volo di otto metri nel greto del fiume Piave. Il suo corpo è stato ritrovato dopo due giorni, a alcune decine di metri più a valle, trascinato dalla corrente.

Cosa ha detto l’autopsia

L’autopsia ha rivelato che la causa principale della tragedia è stata un mix letale di ayahuasca e cocaina, il che avrebbe scatenato una crisi psicotica, portando Alex a lanciarsi dalla “terrazza” dell’abbazia. Gli organizzatori hanno negato la presenza di ayahuasca durante l’evento, sostenendo che si fosse trattato di una “tisana depurativa” servita ai circa venti partecipanti alla festa del “Sol del Putamayo”.

Le ferite inizialmente attribuite a un pestaggio sono state successivamente considerate compatibili con una caduta nel fondale roccioso e poco profondo del fiume.

La denuncia della famiglia di Alex

La famiglia di Marangon, assistita dall’avvocato Stefano Tigani e da un team legale, ha presentato nel mese di agosto una querela contro i quattro indagati e Alexandra Diana da Sacco, moglie del proprietario dell’ex abbazia, non ancora notificata da alcuna indagine. Tra i reati ipotizzati, oltre a quello della Procura di Treviso, vi è anche il reato di omicidio volontario contro ignoti, basato sulla perizia del medico legale Antonello Cirnelli, che ha evidenziato lesioni sospette all’occhio e al costato, non attribuibili alla caduta.

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