Morte di Ramy Elgaml: il carabiniere che guidava la gazzella sarà processato

03.07.2025 16:55
Morte di Ramy Elgaml: il carabiniere che guidava la gazzella sarà processato

Milano, 3 luglio 2025 – È imminente l’avvio del processo nei confronti del carabiniere coinvolto nell’inseguimento dello scooter su cui si trovava Ramy Elgaml, il giovane deceduto il 24 novembre scorso a seguito di una fuga pericolosa che si è protratta per diversi chilometri attraverso le strade della città, riporta Attuale.

La procura di Milano ha concluso una delle inchieste riguardanti il caso, presentando un fascicolo in cui si ipotizza il reato di omicidio stradale nei confronti del carabiniere e dell’amico di Ramy, Fares Bouzidi, che era al volante del TMax.

Le contestazioni

A Fares è contestato l’omicidio stradale aggravato per vari motivi, tra cui il fatto che era privo di patente e si trovava sotto l’effetto di sostanze stupefacenti. Anche al carabiniere, in seguito all’inchiesta, viene contestato l’omicidio stradale, e entrambi potrebbero ricevere una richiesta di rinvio a giudizio, a meno che i pubblici ministeri non decidano diversamente dopo esami difensivi o interrogatori, a causa della morte del 19enne.

Un evento drammatico che ha suscitato proteste e disordini nel quartiere Corvetto, dove risiede la famiglia di Ramy. È stato il padre a sedare le manifestazioni, esprimendo il desiderio di cercare “giustizia e verità”.

La consulenza dei pm

Domenico Romaniello, ingegnere consulente dei pubblici ministeri Giancarla Serafini e Marco Cirigliano, ha riferito nella sua relazione che quando lo scooter ha tentato di svoltare a sinistra all’incrocio tra via Ripamonti e via Quaranta, ha sbandato, deviando improvvisamente a destra, e il carabiniere dell’auto dell’ultima pattuglia si è trovato in traiettoria.

Non poteva né girare a sinistra né a destra, ha evidenziato il consulente, altrimenti avrebbe potuto colpire o lo scooter o un pedone. Ha tentato di frenare, ma, secondo l’esperto, a quel punto è stato impossibile evitare l’impatto e l’incidente finale tra i due mezzi contro un palo semaforico.

Questa consulenza sembrava portare verso una richiesta di archiviazione per il militare, chiudendo le indagini per omicidio stradale solo per Bouzidi, che, a causa della sua “guida spericolata e estremamente pericolosa”, si è “assunto il rischio delle conseguenze”.

Le “controanalisi” della difesa

I consulenti della difesa di Fares e della famiglia di Ramy, tuttavia, hanno presentato ricostruzioni diverse. Secondo Matteo Villaraggia, ingegnere consulente dei familiari assistiti dall’avvocato Barbara Indovina, “l’impatto tra l’auto dei carabinieri e lo scooter non può essere avvenuto vicino al palo del semaforo, bensì poco prima dell’intersezione, quando i veicoli si trovavano affiancati”. Si tratterebbe dunque di un urto, un vero e proprio speronamento prima della fase finale.

I pubblici ministeri della Procura diretta da Marcello Viola hanno rivalutato anche le controargomentazioni dei consulenti e quelle successive, cambiando posizione rispetto alla prima relazione.

È ancora aperta la parte dell’indagine che coinvolge altri carabinieri accusati di depistaggio e favoreggiamento, in quanto due di loro avrebbero chiesto a un testimone di eliminare un video.

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