Mps, il ministero dell’Economia di Giorgetti non sarà indagato per la scalata a Mediobanca

01.12.2025 19:35
Mps, il ministero dell'Economia di Giorgetti non sarà indagato per la scalata a Mediobanca

Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, non sarà indagato riguardo alla scalata di Monte dei Paschi di Siena (Mps) a Mediobanca, poiché «non è una persona fisica e non può commettere reati». Questa precisazione, comunicata oggi da fonti giudiziarie milanesi, ha portato un po’ di tranquillità nel centrodestra, che aveva espresso preoccupazione dopo la recente citazione di Giorgetti in un messaggio dell’amministratore delegato di Mps, Luigi Lovaglio, attualmente sotto inchiesta. Lovaglio è coinvolto nella stessa indagine che vede anche l’imprenditore Francesco Gaetano Caltagirone e Francesco Milleri, presidente di Luxottica e Delfin. Dal messaggio si era ipotizzato che il ministro potesse aver facilitato la scalata di Mps a Mediobanca, riporta Attuale.

Le ragioni secondo i pm

I pubblici ministeri hanno chiarito che Giorgetti non può essere indagato: pur ritenendo «significativo» il ruolo del ministero nel presunto accordo occulto, hanno dichiarato che «il governo non scala le banche» e «non ne ha interesse». Inoltre, non viene contestato alcun reato poiché non si è trattato di una «gara pubblica».

La riforma del testo Unico

Accantonata questa questione immediata, rimane in ballo un altro tema rilevante: la riforma del Testo unico della finanza (TUF), approvata dal Consiglio dei ministri l’8 ottobre 2025 su proposta di Giorgetti. Questa riforma mira a modernizzare il sistema finanziario italiano, promuovere la crescita e facilitare l’accesso delle imprese al capitale. Tuttavia, include una norma che alleggerisce le regole sul concerto tra azionisti, un cambiamento che i partiti di opposizione denunciano possa complicare l’identificazione di eventuali accordi occulti.

Nessuna accelerazione sul Tuf

Le nuove norme entreranno in vigore solo dopo l’approvazione definitiva del decreto legislativo. Attualmente, non sembra che il governo abbia intenzione di accelerare, dato che il provvedimento non è ancora stato inserito in calendario.

La Lega blinda Giorgetti

Nonostante precedenti frizioni, il Carroccio ha mostrato un solido sostegno a Giorgetti. «L’hanno blindato», si mormora nei palazzi della politica. Persino i fedelissimi di Matteo Salvini hanno preso posizione a suo favore. Anche se in alcuni frangenti Giorgetti si è mostrato più in sintonia con Giorgia Meloni che con Salvini, il viceministro per le Infrastrutture e i Trasporti, Edoardo Rixi, ha dichiarato di avere «massima fiducia e pieno sostegno» per l’operato del ministro, sostenendo che il coinvolgimento del governo nella scalata a Mediobanca è «un’applicazione del golden power necessaria a tutelare gli interessi strategici nazionali». Secondo Rixi, questo passo è essenziale per stabilizzare la politica bancaria, considerata cruciale per l’economia del Paese.

«Manovra fondamentale per l’Italia»

Il senatore Claudio Borghi ha lodato l’operazione di Mps su Mediobanca, affermando che il governo dovrebbe rivendicare il merito di una manovra di sistema volta a mantenere sotto controllo settori strategici dell’economia italiana. Ha aggiunto: «Non ne sapevo niente; inizialmente ero contrariato perché miravo al mantenimento del possesso statale di MPS. Tuttavia, una volta che l’operazione è stata completata, non ho potuto fare a meno di riconoscere il merito di aver fatto una cosa ben fatta e nell’interesse dell’Italia».

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