Mulè e il referendum: “Votare in due giorni per aumentare l’affluenza dei cittadini”

09.12.2025 05:45
Mulè e il referendum: "Votare in due giorni per aumentare l’affluenza dei cittadini"

Riforma della giustizia, il dibattito infiamma la corsa referendaria

La corsa referendaria vera e propria deve ancora cominciare, ma le procedure sono già motivo di scontro. Nessuno lo sa meglio di Giorgio Mulè, vicepresidente forzista della Camera e responsabile della campagna azzurra per il Sì alla riforma della giustizia, riporta Attuale.

Il dibattito si concentra sul numero di giorni previsti per il voto. “Spero che si voterà in due giorni. Questo aumenterebbe l’affluenza dei cittadini alle urne”, ha dichiarato Mulè. Tuttavia, la questione della data continua a generare tensioni tra i sostenitori e i critici, con Giorgia Meloni che afferma: “La data è l’ultimo dei problemi. Se si voterà il 1° marzo o il 15 o ad aprile poco cambia. L’importante è che i cittadini vadano alle urne, esprimendo un voto libero e trasparente”.

Mulè sottolinea l’importanza del voto in presenza, soprattutto per gli italiani all’estero. “Lo dicono i fatti: laddove, come alle elezioni politiche, si vota con quel sistema scriteriato siamo pieni di brogli, denunce e ricorsi”, ha affermato, chiedendo l’avvio di una discussione per garantire un voto certificato anche per gli italiani residenti all’estero.

L’Anm sembra guidare il fronte del No, ricorrendo a politiche di opposizione. “L’Anm cerca di politicizzare il referendum. Non avendo argomenti, invece di parlare del merito, tenta di trasformare il contenuto della riforma in un’ordalia pro o contro la maggioranza”, ha commentato Mulè.

La divisione nell’opposizione è evidente, con membri del PD che si schierano a favore della separazione delle carriere. “Cito per tutti Ceccanti, Bettini o Salvi – sono a favore della separazione delle carriere”, ha aggiunto Mulè, sottolineando un certo disinteresse politico nei confronti della riforma.

La severa opposizione dell’Anm alla riforma è dettata dalla perdita di potere che questa comporterebbe. “L’Anm difende la correntocrazia”, ha affermato, citando Augusto Barbera, ex presidente della Corte costituzionale.

Uno dei punti controversi è la politicizzazione del referendum. “Se devi politicizzare significa che sulla riforma non hai niente da dire”, ha evidenziato. Mulè si è detto fiducioso sulla comprensibilità della riforma, evidenziandone la semplicità. “La riforma è semplice e immediata: ti dice che avrai finalmente un giudice terzo, indipendente”, ha affermato.

Critiche alla riforma provengono anche riguardo alla lentezza dei processi. Mulè ha ribattuto: “Tutte chiacchiere. Quanto agli organici e alla velocità dei processi, siamo già intervenuti e lo stiamo facendo con leggi ordinarie”.

Riguardo alla separazione del Csm, ha citato il ruolo del presidente della Repubblica come garante: “Per tacere della fine del mercato delle nomine in voga a Palazzo dei Marescialli”.

Infine, ha respinto le accuse secondo cui la riforma porrebbe i pm sotto il controllo del governo. “Non cambia nulla: la magistratura rimane un ordine autonomo e indipendente da ogni altro potere”, ha concluso.

Riguardo alla possibile sconfitta del referendum, Mulè ha affermato che per il governo non ci sarebbero ripercussioni, ma per Forza Italia sarebbe una ferita significativa, rappresentando il trionfo della mala giustizia. “Una sconfitta ci ferirebbe per l’impegno che ci ha messo Silvio Berlusconi e per ciò che rappresentiamo oggi”, ha dichiarato.

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