Nave cinese, capitano russo: cosa sappiamo del presunto sabotaggio dei cavi nel Baltico

20.11.2024
Nave cinese, capitano russo: cosa sappiamo del presunto sabotaggio dei cavi nel Baltico
Nave cinese, capitano russo: cosa sappiamo del presunto sabotaggio dei cavi nel Baltico

La Yi Peng è partita dal molo russo di Ust-Luga per raggiungere Porto Said in Egitto. Durante il tragitto, la nave cinese è passata vicina ai cavi svedese-lituano e finlandese-tedesco proprio nel momento in cui sono stati tagliati

Un’imbarcazione cinese è ora la principale sospettata del taglio di due cavi sottomarini in fibra ottica per le comunicazioni nel Mar Baltico avvenuto domenica e lunedì scorsi. Una nave cargo lunga 217 metri di proprietà della società cinese Ningbo Yipeng Shipping, la Yi Peng 3, sarebbe passata vicina ai due cavi sottomarini, cioè quello finlendese-tedesco, il C-Lion, che collega Helsinki al porto tedesco di Rostock per 1.200 chilometri, e quello svedese-lituano, il Bcs InterWest Interlink, che collega la Lituania all’isola svedese di Gotland ed è controllato dall’azienda lituana Telia Lietuva, proprio nel momento in cui sono stati tranciati.

La Yi Peng 3 individuata nel Mar Baltico il 19 novembre 2024
La Yi Peng 3 individuata nel Mar Baltico il 19 novembre 2024 (Fonte: Osint)

La nave cinese fermata dalla marina della Danimarca

I movimenti della nave battente bandiera cinese sono stati tracciati dal sito di monitoraggio marittimo MarineTreffic: la Yi Peng è partita dal molo russo di Ust-Luga per raggiungere Porto Said in Egitto. Durante il tragitto, la nave cinese è passata vicina ai cavi svedese-lituano e finlandese-tedesco proprio quando sono stati tagliati. 

Ricostruiamo in breve la rotta dell’imbarcazione cinese, facendo affidamento sulle informazioni diffuse dagli analisti OSINT, basate su dati open source. Il cavo tra Svezia e Lituania si è rotto il 17 novembre, intorno alle 10:00 ora finlandese. Secondo il servizio di monitoraggio delle spedizioni MarineTraffic, la Yi Peng 3 si trovava nella zona poco prima delle ore 10 locali. La stessa nave battente bandiera della Repubblica popolare è passata vicino al cavo C-Lion1 tra Germania e Finlandia alle 04:04 del mattino del 18 novembre. Il giorno dopo, il 19 novembre, la nave cargo della Repubblica popolare, capitanata da un ufficiale russo, è stata intercettata e abbordata dalla nave della Marina danese Y311 Søløven nello Stretto danese all’uscita del Grande Belt. Il fermo della nave è avvenuto la sera del 19 novembre. Non ci sono informazioni se vi sia stata un’ispezione a bordo da parte della marina danese. La Danimarca ha esercitato il diritto ai sensi dell’art. X della Convenzione sui cavi sottomarini. 

Il danno al cavo tra Finlandia Germania si è verificato nei pressi della punta meridionale dell’isola svedese di Oland. Potrebbero volerci dai cinque ai quindici giorni per le riparazioni, ha dichiarato in una conferenza stampa il direttore generale di Cinia, Ari-Jussi Knaapila. Secondo un’analisi delle rotte sottomarine condotta dalla Cnn, l’area interessata dall’interruzione del cavo tra Finlandia e Germania dista circa 100 chilometri dal cavo tra Lituania e Svezia che è stato tagliato.

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La mappa dei cavi sottomarini interessati dal taglio (Submarine Cable Map / Today.it)

Già ieri, i governi di Germania e Finlandia hanno pubblicato una dichiarazione congiunta in cui annunciano indagini per il sospetto di “un danno intenzionale”. Nel comunicato dei governi tedesco e finlandese non vengono fatte accuse specifiche ma viene ricordato che “la nostra sicurezza europea non è solo minacciata dalla guerra di aggressione della Russia contro l’Ucraina, ma anche dalla guerra ibrida di attori malintenzionati”. Attraverso una dichiarazione, il governo russo ha respinto le accuse “ridicole” che attribuiscono alla Russia un suo coinvolgimento indiretto nel taglio dei due cavi delle telecomunicazioni sottomarine nel Mar Baltico. 

In passato un’altra nave cinese aveva danneggiato un gasdotto nel Baltico

L’episodio ha ricordato altri incidenti avvenuti nel Baltico trattati dalle autorità come dolosi, tra cui quello dello scorso anno, quando il gasdotto Balticonnector che collega Finlandia ed Estonia era stato danneggiato e i sospetti erano caduti su una nave cinese che aveva operato nell’area. E ancora, nel 2022, quando parte del gasdotto Nord Stream che collegava la Russia alla Germania nel Mar Baltico era stato distrutto da un’esplosione. Nel caso, ancora sotto indagine, si parla anche di un coinvolgimento dell’Ucraina. Con il moltiplicarsi degli incidenti è salita anche l’attenzione occidentale verso il dominio subacqueo, che riveste un ruolo più centrale anche negli ultimi documenti strategici Nato. 

Ora, anche la Svezia ha avviato un’indagine su entrambi gli incidenti e sta valutando quale ruolo potrebbe aver avuto la Yi Peng 3. L’imbarcazione cinese è di proprietà della Ningbo Yipeng Shipping, una società che possiede solo un’altra nave e ha sede vicino alla città portuale di Ningbo, nella Cina orientale. La Yi Peng 3 è una bulk carrier (portarinfuse, progettata per trasportare prodotti sfusi come i cereali) di lunghezza e mole sufficienti per poter tranciare i cavi. Prima di essere registrata in Cina ha portato le bandiere della Grecia, delle Isole Marshall e della Liberia. Un rappresentante di Ningbo Yipeng ha detto al Financial Times che “il governo svedese ha chiesto alla società di collaborare alle indagini”, senza fornire ulteriori dettagli. L’ambasciata cinese a Stoccolma ha dichiarato: “Non abbiamo informazioni su questo caso”. Invece, l’ambasciata cinese a Helsinki non ha risposto a una richiesta di commento del quotidiano di Londra.

A più riprese, gli Stati Uniti hanno accusato la Cina di offrire supporto diretto alla Russia, fornendo al suo esercito materiali per assisterla nell’invasione dell’Ucraina. C’è consenso tra gli addetti ai lavori riguardo all’alta probabilità che dietro a episodi del genere ci sia il Cremlino. Ma al momento sono poche e persino limitate le discussioni sulle attività delle navi cinesi nel Mar Baltico, portando Mosca a bollare come falsità le accuse di sabotaggio mosse contro di lei. 

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