Necessaria vigilanza per prevenire nuovi casi come quello di Biagi

16.09.2025 08:05
Necessaria vigilanza per prevenire nuovi casi come quello di Biagi

Il rischio di terrorismo ideologico in Italia: un’appello alla responsabilità politica

A proposito degli allarmi lanciati da Sergio Mattarella e Giorgia Meloni, l’Italia rappresenta invero il luogo occidentale ove più a lungo si è manifestato un fenomeno terrorista di matrice ideologica. Altrove la violenza durevole è stata sostenuta da ragioni etniche o religiose, riporta Attuale.

È fondamentale considerare il nesso tra parole e pallottole. Il caso Biagi offre una chiara illustrazione di questo concetto. Il suo omicidio si verificò in un periodo in cui il terrorismo organizzato era stato sconfitto militarmente e politicamente. Tuttavia, la lunga scia di violenza ha creato un ambiente fertilmente per la nascita di “cani sciolti” che ricercano atti violenti, specialmente quando si identificano obiettivi attraverso una polemica pubblica esasperata. Il suo “Libro Bianco” fu considerato dai detrattori come fonte di macelleria sociale, e lui stesso fu dipinto come il legame tra governo e interessi privati. La critica al suo progetto legislativo appare sproporzionata se si considera la resilienza delle sue intuizioni anche in contesti limitati da coloro che lo contestarono. Attualmente, come già verificatosi in passato, è lecito temere non il terrorismo organizzato che abbiamo conosciuto negli anni ‘70 e ‘80, ma piuttosto la proliferazione di menti infragilite dal continuo abbeverarsi sulla Rete.

La politica democratica ha il dovere di comprendere il contesto attuale in cui opera, di essere consapevole della benzina sparsa sul pavimento e di mantenere una proporzione tra il linguaggio utilizzato e la sostanza del dibattito. È auspicabile trarre insegnamento da democrazie in cui i principali attori politici condividevano un obiettivo comune, pur divergendosi nei modi di raggiungerlo. Tuttavia, anche in tali contesti, sono emerse forze avverse ai principi occidentali, rendendo l’obiettivo stesso fonte di profonda divisione.

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