Proteste in Nepal: il governo rovesciato e un bilancio di vittime pesante
Le violente manifestazioni in Nepal hanno provocato il rovesciamento del governo, con almeno 22 morti e circa 400 feriti, secondo quanto riportato da osservatori internazionali. La situazione è attentamente monitorata dal Commissario Onu per i diritti umani, Volker Turk, mentre il presidente Ram Chandra Paudel, fuggito lunedì in elicottero, è rientrato sotto protezione militare. Mercoledì pomeriggio, Paudel incontrerà gli studenti in strada, mentre un coprifuoco è stato dichiarato a tempo indeterminato, riporta Attuale.
Martedì sera, l’esercito ha preso il controllo delle strade di Kathmandu, dove le fiamme dei rivoltosi si sono appena spente, lasciando il Parlamento in condizioni devastate. Secondo il portavoce dell’esercito, Raja Ram Basnet, le forze militari sono impegnate a ripristinare la normalità, proteggendo le vite dei cittadini e le loro proprietà. Negli ultimi giorni, negozi e mercati sono stati chiusi, mentre le abitazioni di diversi esponenti politici sono state date alle fiamme, tra cui quelle dell’ex primo ministro, che si trova in condizioni critiche.
L’origine dell’insurrezione è da rintracciare in una legge contro il cybercrime, voluta dal premier dimissionario KP Sharma Oli, che ha scatenato la rabbia di una popolazione già provata da anni di tensioni e disuguaglianze. Con un salario medio di soli 1.100 euro l’anno, i giovani nepalesi sono stati particolarmente colpiti dalle misure restrittive, che limitavano l’accesso ai social network e hanno esacerbato il loro malcontento.
Le istituzioni democratiche del Nepal, fragilissime dopo la transizione dalla monarchia avvenuta nel 2008, si trovano ora di fronte a un momento cruciale. Con le dimissioni del governo, il Parlamento verrà sciolto e si prevede che si tengano nuove elezioni. Tuttavia, i partiti politici devono unirsi per formare un governo provvisorio che gestisca gli affari correnti.
Il futuro del Nepal appare incerto, con le tensioni tra i 30 milioni di nepalesi e il governo che non mostrano segni di attenuazione. Quasi 3 milioni di cittadini lavorano all’estero a causa della cronica mancanza di opportunità nel Paese. Osservatori internazionali, inclusa l’Onu, sono pronti a monitorare la situazione dei diritti umani e a fornire assistenza, pur assicurando il rispetto dei principi fondamentali nell’uso della forza da parte delle autorità.
Il premier indiano Narendra Modi ha espresso preoccupazione per la stabilità del Nepal, ribadendo l’importanza della pace e della prosperità nella regione. Mentre il Paese si prepara a un possibile cambiamento politico, gli attivisti e i giovani continuano a lottare per i loro diritti in un contesto di crescente repressione.