Negoziazioni senza tregua per la pace in Ucraina
Il principale obiettivo dei recenti colloqui tra gli Stati Uniti e la Russia non è stato raggiunto: nessun accordo per un «cessate il fuoco» tra Russia e Ucraina. Vladimir Putin ha rigettato l’unica richiesta formulata da Donald Trump durante il vertice di Ferragosto in Alaska. Questo risultato rappresenta un passaggio a vuoto per il presidente americano. Nonostante i negoziati siano iniziati in modo difficile, la Casa Bianca guarda al futuro: Trump ha invitato il presidente ucraino Zelensky a Washington domani, con la partecipazione prevista di alcuni leader europei, la cui presenza rimane però incerta, sia che decidano di recarsi fisicamente a Washington o di collegarsi in remoto. Secondo Keith Kellogg, inviato Usa per l’Ucraina, l’obiettivo ora è organizzare un vertice trilaterale (Trump-Putin-Zelensky) entro la prossima settimana; l’ostacolo principale resta l’intesa sullo scambio di territori, mentre saranno discusse anche le garanzie di sicurezza per l’Ucraina, come riporta Attuale.
La trattativa procede a un ritmo elevato. Trump ora cerca un «accordo complessivo con la Russia» e sostiene che anche i leader europei siano d’accordo. Tuttavia, i principali dirigenti del continente hanno reagito sorpresi dalla rapidità con cui il presidente USA ha abbandonato la condizione concordata di un cessate il fuoco, ritenuto indispensabile per iniziare i negoziati. Ieri, i leader europei hanno riformulato la loro posizione, sottoscritta da Friedrich Merz, Emmanuel Macron, Keir Starmer, Giorgia Meloni, Alexander Stubb, Donald Tusk, Ursula von der Leyen e Antonio Costa.
Le posizioni consolidate
Nel comunicato si sottolinea: «Sosteniamo gli sforzi del presidente Trump per porre fine alla guerra di aggressione della Russia», specificando che «non dovrebbero esserci limitazioni alle forze armate ucraine o alla sua cooperazione con Paesi terzi. La Russia non può avere potere di veto sul percorso dell’Ucraina verso l’UE e la NATO. Sarà l’Ucraina a decidere riguardo al proprio territorio».
Attualmente, non ci sono informazioni ufficiali concrete, ma circolano indiscrezioni. Putin ha stabilito le sue condizioni: richiede il controllo totale della regione del Donetsk e di Lugansk, che includerebbe territori non ancora occupati e l’intera area del Donbass, ricca di risorse. Inoltre, lui propone di congelare il fronte lungo la linea che attraversa Zaporizhzhia e Kherson. Trump ha sostenuto questa proposta e ha riferito a Zelensky: «Se solo volesse, Putin potrebbe prendersi tutto il Donbass». Il presidente ucraino ha risposto che Putin mente e ha assicurato di non voler rinunciare alla parte del Donbass ancora libera. Un’altra questione cruciale riguarda le garanzie di sicurezza; per la prima volta, Putin ha riconosciuto che esiste un «problema di sicurezza anche per l’Ucraina».
Come risolvere questa situazione? Stando al Wall Street Journal, Putin avrebbe aperto alla possibilità di schierare una forza di interposizione europea in Ucraina, proposta che ha suscitato interesse da parte di Trump. Gli scenari attuali saranno discussi oggi durante una videoconferenza presieduta da Macron, Starmer e Merz, con la partecipazione della premier italiana Meloni. In questo contesto, la proposta italiana di estendere la protezione prevista dall’articolo 5 della NATO all’Ucraina, che garantirebbe assistenza a un partner in caso di aggressione, sta guadagnando attenzione.
Resta però da vedere se ci siano margini per un accordo con Mosca. Durante il colloquio in Alaska, Putin ha ribadito che la pace sarà possibile solo se «verranno risolte le cause profonde del conflitto», cosa che include il disarmo dell’Ucraina, un concetto inaccettabile per Zelensky e gli europei. Ma quale sarà la posizione di Trump?
Iniziative di protezione
Il presidente USA ha accennato alla proposta italiana riguardante un meccanismo simile all’articolo 5 della NATO. Inoltre, Merz ha sottolineato la disponibilità degli Stati Uniti a sostenere iniziative europee per garantire protezione militare a Kiev. Resta da definire come, ma Trump ha già confermato il suo impegno in tal senso; Zelensky ha notato segnali importanti provenienti dagli Stati Uniti.
Trump ha comunicato a Zelensky e agli altri partner che Putin si impegnerà per iscritto a non aggredire nuovamente l’Ucraina o altri Paesi. Tuttavia, questa proposta suscita scetticismo in Europa, dove la fiducia verso Putin è ai minimi storici. Macron, attraverso la piattaforma X, è stato categorico: «È essenziale apprendere dagli ultimi 30 anni, specialmente dalla storica tendenza della Russia a non rispettare i propri impegni».
In aggiunta, Starmer suggerisce di mantenere alta la pressione sulla Russia, rafforzando ulteriormente le sanzioni. Questo obiettivo era già stato stabilito da americani ed europei prima del vertice. Nonostante ciò, Trump sembra indeciso: «Non è il momento di applicare ulteriori sanzioni alla Russia o ai Paesi, come la Cina, che acquistano il loro petrolio. Ci penserò tra due-tre settimane».