Netanyahu progettava un attacco all’Iran dal 2009: decisione presa lunedì dopo la telefonata con Trump.

13.06.2025 05:15
Netanyahu progettava un attacco all'Iran dal 2009: decisione presa lunedì dopo la telefonata con Trump.

La Decisiva Decisione di Netanyahu sull’Isola Nucleare Iraniana

GERUSALEMME – Con la voce rauca, il primo ministro si scusa con i giudici per la sua assenza in aula, dichiarando di essere malato. Poco dopo, si incontra in parlamento con Javier Milei, presidente argentino, con il quale scambia un sorriso e un momento di ilarità: «Ci stiamo infettando», afferma. Benjamin Netanyahu ha cercato di trasmettere un senso di normalità, seppur disfunzionale, in un periodo in cui affronta un processo per corruzione e lotta per mantenere la sua posizione. Mercoledì, ha passato la giornata alla Knesset, cercando di mantenere in piedi il governo di fronte alle minacce di diserzione da parte dei partiti ultraortodossi, preoccupati del servizio militare obbligatorio degli studenti delle scuole rabbiniche, riporta Attuale.

Un politico abile è un abile attore; Netanyahu ha appreso questa lezione durante la sua formazione al MIT di Boston e successivamente come ambasciatore presso le Nazioni Unite. Da quasi trent’anni ha importato questo approccio nel panorama politico israeliano, che a suo avviso era troppo provinciale, con leader che parlavano inglese con un accento locale. La sua fluente padronanza dell’inglese, anche dal periodo della sua giovinezza negli Stati Uniti, lo ha sicuramente aiutato. Mentre si presenta con un’immagine di “business as usual”, Netanyahu è consapevole che la decisione cruciale è già stata presa: lunedì è stato dato l’ordine allo Stato Maggiore, e l’attacco che sta pianificando dal 2009 è imminente. Gli aerei da bombardamento sono pronti per decollare, e ora spetta ai generali scegliere il momento giusto, ossia ore e non settimane. Nello stesso giorno, ha parlato per 40 minuti al telefono con Donald Trump, il presidente americano che considera un amico. È probabile che in questa conversazione abbia rivelato il suo piano audace: Israele ha deciso di attaccare il programma nucleare iraniano, anche senza il supporto degli Stati Uniti, almeno nella fase iniziale dell’offensiva.

Netanyahu, un lettore appassionato di Winston Churchill, possiede una collezione dei sei volumi de «La Storia della Seconda Guerra Mondiale» nel suo ufficio di Gerusalemme, dove ha iniziato a lavorare nel 1996. Si è sempre visto come l’unico leader in grado di garantire la sicurezza dello Stato ebraico, presentandosi come Mr Sicurezza in una serie di campagne elettorali. Tuttavia, questa immagine è stata profondamente scossa il 7 ottobre 2023, quando migliaia di terroristi palestinesi hanno attaccato il sud del Paese all’alba, devastando villaggi vicino alla Striscia di Gaza e massacrando civili e soldati. Questo evento ha segnato un durissimo colpo alla sua reputazione.

L’operazione contro Teheran mira anche a riscrivere un capitolo della sua storia personale, legato a un evento tragico di cui non ha mai preso la piena responsabilità. Netanyahu è motivato dalla determinazione di impedire che gli ayatollah ottengano la bomba atomica, una situazione che porterebbe a un ritorno a periodi bui, come quelli analizzati da suo padre, Benzion, studioso delle persecuzioni degli ebrei. La sua infanzia nel giardinaggio insieme al padre gli ha insegnato l’importanza della tenacia nella lotta contro le erbacce, un simbolo delle sfide che affronta oggi nel tentativo di cambiare radicalmente il Medio Oriente. Crede di avere l’opportunità di trasformare la regione attraverso una strategia militare aggressiva, mirata a stabilire una nuova realtà per Israele. Tuttavia, deve fare i conti con una visione pessimista, essendo consapevole che il conflitto con Gaza è in corso da 19 mesi, con oltre 55.000 palestinesi uccisi. La persistenza di una nazione sotto assedio si riflette nel motto: «Chi è forte sopravvive», come ricordato in una recente copertura della rivista Time dedicata al primo ministro.

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