La posizione di Nicola Procaccini sul voto alla Commissione europea
Onorevole Nicola Procaccini, europarlamentare di Fratelli d’Italia e co-presidente del gruppo dei Conservatori di Ecr, ha spiegato le ragioni dietro la decisione di non partecipare al voto sulla mozione contro Ursula von der Leyen. “La votazione non riguardava la presidente della Commissione, bensì una Commissione in cui l’Italia è rappresentata da Raffaele Fitto. Il risultato dimostra che era velleitaria e controproducente questa mozione. È sconcertante vedere come si sia riaffermata la logica di alleanza tra popolari e socialisti, contraria alle scelte degli elettori e dei governi europei. I voti recenti mostrano che, nel Parlamento europeo, è più facile formare maggioranze di centrodestra anziché di centrosinistra, poiché le decisioni sono basate sui contenuti. Con i numeri a favore, il punto di vista del centrodestra prevale”, riporta Attuale.
La bocciatura della mozione è collegata anche alla procedura di urgenza sui target climatici?
“Sì, certo, insieme allo stesso protocollo Italia-Albania e alla questione dei crimini del comunismo in Slovenia. Queste situazioni creano frustrazione nel centrosinistra, ma sono il risultato di quanto emerso dalle elezioni. Un anno fa, quando affermavamo che il centrodestra ne sarebbe uscito rafforzato, molti minimizzavano pensando che sarebbe continuato tutto come prima. Invece, il centrodestra ha acquisito una forza tale da poter ottenere maggioranze, costringendo il Ppe a prendere delle decisioni. Se desidera una politica di sinistra, dovrà allearsi con la sinistra; se preferisce una politica di destra, si unirà al centrodestra”, ha proseguito Procaccini.
È evidente, quindi, che riguardo a temi come i migranti e il Green deal, il Ppe ha preso una direzione verso il centrodestra moderato?
“Sì, assolutamente. In Europa non ci sono maggioranze predefinite; ogni voto è dinamico e si forma in base al tema specifico. Attualmente, la maggior parte dei deputati è di centrodestra, riflettendosi anche in 24 governi su 27. Anche considerando le posizioni della presidenza socialdemocratica danese…”, ha aggiunto.
Qual è la posizione della Danimarca in merito alle politiche di immigrazione?
“La premier danese ha espresso toni molto fermi, suscitando forti reazioni negative tra i membri del S&D”, ha commentato.
Considerando che la logica attuale è di restrizione in materia migratoria, quali sono i nodi cruciali della discussione europea: Green deal, riarmo, Patto di stabilità?
“Il Patto di stabilità e il riarmo rappresentano questioni di divisione tra i Paesi del nord e del sud, oppure tra ovest ed est, con i Paesi baltici che mostrano una particolare sensibilità. Tuttavia, il tema realmente centrale rimane il Green deal, considerato uno dei più problematici dell’ultima Commissione europea. Stiamo tentando di eliminare gli elementi più dannosi per famiglie e imprese in questa nuova legislatura”, ha affermato Procaccini.
È da considerare che, benché in Europa il voto non sia paragonabile alla fiducia in un governo nazionale, ci sono comunque logiche e dinamiche nazionali in gioco, particolarmente con von der Leyen alla presidenza…
“Rispetto al periodo di Timmermans, è evidente un cambiamento. Nella scorsa Commissione, il Ppe era in una posizione di debolezza rispetto ai socialisti, che avevano l’ago della bilancia e potevano optare per alleanze a sinistra o al centro. Tuttavia, se il Ppe si inclina troppo a sinistra, rischia di perdere la sua identità. In generale, le forze di sinistra riescono a prevalere solo se riescono a dividere il centrodestra”.